REGGIO CALABRIA Calato il sipario sul Consiglio regionale. La seduta di martedì scorso è stata l’ultima prima della pausa ferragostana, com’è da tradizione peraltro. Un congedo abbastanza soft, anche se alla fine è rimasta in sospeso per la maggioranza una pratica molto importante, la nascita della Società regionale digitale prevista da una proposta di legge di Fratelli d’Italia, rinviata per l’assenza del quorum dei 2/3 richiesti in questi casi. All’appello mancavano anche quattro esponenti del centrodestra, ma dalla coalizione di governo ci si è subito affrettati a precisare che non ci sono margini per retropensieri e che non c’è alcun “fuoco amico” contro il provvedimento, del resto approvato sempre e senza alcun problema nelle varie commissioni dalle quali è transitato. Dunque, se ne riparlerà alla ripresa, a settembre a questo punto, così come se ne riparlerà a settembre anche per il dossier – questo sì abbastanza “delicato” – del rinnovo delle Commissioni del Consiglio regionale e delle relative presidenze. Secondo una tesi, questa pratica doveva essere conclusa a termini di regolamento entro il 7 agosto, cioè allo scoccare dei 6 mesi dal rinnovo dell’Ufficio di presidenza, avvenuto il 7 febbraio, ma alla fine è prevalsa la tesi – assolutamente predominante comunque nella maggioranza, e caldeggiata in primis dal presidente di Palazzo Campanella Filippo Mancuso – della non perentorietà del termine regolamentare. A “congiurare” in questa direzione anche il fatto che alcuni partiti – si parla di due, essenzialmente – non avevano ancora fatto pervenire per tempo i nominativi da indicare nelle Commissioni, cosa che a questo avrebbe impedito di convocare subito gli organismi chiamati a votare la loro composizione interna.
In realtà il rinvio del dossier presidenze a settembre – dicono i “bene informati” – avrebbe anche motivazioni politiche, che attengono agli equilibri nella maggioranza di governo, abbastanza “stressati” negli ultimi mesi dalla campagna elettorale per le Europee e le Amministrative e dal varo della nuova Giunta del presidente Roberto Occhiuto, interessata dai un “rimpastino” che però ha un po’ ridefinito gli assetti, svelando un asse sempre più forte tra Forza Italia e Fratelli d’Italia e una Lega più marginalizzata. In questo contesto dunque, anche alla luce di fibrillazioni che si percepiscono “sotto traccia” nella coalizione, aggiungere anche il tema delle presidenze adesso avrebbe significato probabilmente gettare fuoco sulla benzina, soprattutto sul rapporto tra Forza Italia e Lega, a rischio di un’ulteriore esasperazione, visto che la Lega con 6 consiglieri può vantare 4 presidenze di Commissione su 7 (due “strappate” proprio a Forza Italia con gli ingaggi di Katya Gentile e Giuseppe Mattiani) e Forza Italia con 7 consiglieri “solo” una presidenza e la necessità di tenere conto di alcune posizioni da tempo in credito (per esempio, quella di Domenico Giannetta). Da qui anche l’opportunità di far decantare la situazione. Una mediazione per trovare la quadra peraltro – spiegano diversi analisti – si sarebbe già individuata sull’assunto per cui Forza Italia ha già una indiscutibile preponderanza in Giunta e quindi potrebbe alla fine non rivendicare altro con riferimento alle postazioni in Consiglio regionale e quindi acconsentire a mantenere lo status quo. Approdo assolutamente possibile, anzi secondo qualificate fonti interne al centrodestra alla fine resterà tutto com’è, secondo la linea peraltro già indicata dallo stesso Mancuso: si parla infatti di Commissioni in realtà già pronte, con solo qualche passaggio formale – l’ok dei capigruppo – ancora da consumare. Ma di tutto questo ormai si parlerà a settembre. (c. a.)
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