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l’iniziativa

Un museo del pane nella città del pane

A Panettieri un museo per valorizzare una delle tradizioni gastronomiche più solide con l’intenzione di trasformarsi in una risorsa turistica

Pubblicato il: 09/08/2024 – 8:44
Un museo del pane nella città del pane

A Panettieri, piccolo comune della Valle del Savuto in provincia di Cosenza già noto e fortemente caratterizzato dal Presepe Vivente, il Museo del Brigante e del Pane si configura come un polo culturale diffuso finalizzato a fornire al viaggiatore nuovi occhi e nuove conoscenze per apprezzare la storia e le bellezze culturali e paesaggistiche. Il percorso museale di fatto chiarisce ulteriormente un’azione di governo incentrata sul recupero dei valori del territorio e sulla loro diffusione in termini di conoscenza, cura e attrattività.
Luogo di memoria dei valori identitari, restituiti attraverso il connubio tra beni materiali e narrazioni digitali, grazie alla sua dislocazione nei luoghi simbolo del centro storico il Museo racconta la storia millenaria di Panettieri, la sua più antica attività ovvero la panificazione nonché la celebre figura del brigante Giosafatte Talarico e di altri personaggi.
Inoltre, grazie agli itinerari che propone sul territorio calabrese alla volta dei luoghi dei briganti e dei viaggiatori, il Museo si configura anche come un’occasione nuova e permanente di riscoprire luoghi nascosti, borghi, elementi del patrimonio, del gusto e delle tradizioni locali della Calabria.
La storia di Panettieri, piccolo ma vitale borgo, è millenaria e consente di penetrare a fondo nelle vicende culturali, sociali, politiche ed economiche della Calabria di un tempo e, in modo particolare, nella realtà territoriale del XIX secolo.
Sorto per volontà di coloni provenienti dalla vicina Scigliano, il borgo di Panettieri è da sempre stato legato al ruolo e all’importanza della vicina Abbazia di Santa Maria di Corazzo, edificata dai monaci attorno al 1050; una delle più importanti abbazie medievali dove si insediò il noto abate Gioacchino da Fiore prima del 1177.

Il Museo, dunque, intende raccontare la storia di questo centro con una nuova lettura degli eventi, andando in particolare a fondo nelle radici di quei fenomeni che hanno caratterizzato la Calabria dell’Ottocento rendendola meta di viaggiatori di tutta Europa all’epoca del Grand Tour e rendendo esperienziale la primaria attività degli abitanti del luogo: la panificazione. Per fare ciò l’organizzazione interna degli spazi museali sono strutturati e divisi in quattro ambienti immersivi, propone un racconto emotivamente coinvolgente della storia locale e del brigante Giosafatte Talarico, giovane alle prese con lo studio della medicina che, per difendere la sorella dall’onta della violenza subita, uccise, si diede alla macchia e divenne brigante.
Ed è proprio il tema del brigantaggio post unitario, sviluppatosi in Calabria nell’Ottocento, il focus del Museo. Esso sarà raccontato a partire da Giosafatte Talarico che ne rappresenta l’esperienza esemplificativa ma anche grazie ai viaggiatori del Grand Tour che hanno lasciato numerose testimonianze del paesaggio calabrese e dell’incontro/scontro con i briganti.
A Panettieri dunque il Museo si qualifica per essere possibile volano per lo sviluppo culturale e sociale del borgo nonché attrattore turistico grazie al sistema di relazioni con soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, con la partecipazione a iniziative e contesti nazionali e internazionali, tramite la formazione dei giovani (attraverso PCTO con gli istituti scolastici superiori e tirocini universitari), attraverso l’educazione al patrimonio promossa nel proprio piano educativo permanente e diversificato.

Il Museo del Brigante di Panettieri si ispira ed è conforme alla definizione ICOM approvata a Praga nell’agosto 2022, su revisione della precedente risalente al 2007, che recita: “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”.
In possesso dei requisiti minimi essenziali, di un piano educativo permanente e interdisciplinare, di un programma di attività e di una fitta rete di relazioni con altri soggetti pubblici e privati, l’obiettivo del Museo del brigante riguarda anche il conseguimento dei LUQV validi per l’accesso al Sistema Museale Nazionale.
Il Museo, che immerge il visitatore nella storia dell’Ottocento calabrese, della sua fenomenologia storico-sociale, politica ed economica, consta di uno spazio centrale, HUB dell’esperienza che intende offrire al visitatore tra le vie del borgo, nonché di uno spazio all’aperto e di un antico forno. Tutto pensato per un’esperienza che vuole essere interdisciplinare, accessibile, inclusiva e volta all’innovazione tecnologica poiché nel suo interno viene utilizzato un linguaggio innovativo, basato sul connubio tra oggetti e tecnologie digitali.
Al visitatore, infatti, viene proposto un racconto coinvolgente della storia del territorio e del Brigante nel confronto con l’immagine che i viaggiatori eruditi del Grand Tour avevano di tali figure e del paesaggio incantevole ma spesso arduo, calabrese. (redazione@corrierecal.it)

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