Confagricoltura giudica positivamente la riduzione dell’IVA sui puledri inserita nel Decreto Omnibus e accoglie con molto piacere le parole di vicinanza al settore dell’ippica usate dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal sottosegretario per l’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra.
Tuttavia, data la complessità della crisi del comparto dell’allevamento di cavalli causata anche dall’emergenza climatica, per la Confederazione «è necessario il riconoscimento di una giusta aliquota IVA anche per i cavalli allevati di età superiore a quella dei puledri. La nuova concezione di allevamento equino, infatti, prevede che il cavallo rimanga in azienda per un periodo più lungo, per una sua completa maturazione, prima di essere pronto alla sella e ad altre attività».
Palazzo della Valle, dunque, auspica nel breve un intervento in tal senso, al fine di applicare, per le aziende agricole dedicate all’allevamento del cavallo, tali riduzioni senza restrizioni di età.
Ulteriore tema cruciale, che va ad unirsi a quello della definizione di un equo livello di imposta sul valore aggiunto, é la riduzione dell’aliquota sui servizi al cavallo: trasporti, cure veterinarie, ammodernamento impianti e mascalcia.
Il mondo del cavallo conta circa 500.000 capi e circa 35.000 aziende agricole (delle quali, 3.000 a titolo prevalente), occupando, direttamente e indirettamente, oltre 150.000 persone. L’introduzione una fiscalità agevolata per gli allevamenti equini, quindi, vuol dire sostenere la crescita e la resilienza di un settore agricolo riconosciuto da tempo come una delle grandi eccellenze nazionali.
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