Il sindaco di Cosenza Franz Caruso ha annunciato che impugnerà il referendum sulla città unica, quando il presidente Occhiuto lo indirà. Com’è noto, l’atto amministrativo di una legge consente l’impugnazione al Tar ed eventualmente al Cds per chiedere la fondata manifestatezza incostituzionale e l’invio degli atti alla Consulta. La mossa di Caruso sembra un errore, sia sul piano politico che tattico. Intanto, era certo che Castrolibero avesse agito dinanzi al tribunale amministrativo e Caruso poteva tatticamente aspettare il giudizio di Catanzaro e di Roma senza esporsi in questo modo Una esposizione che lo mette in difficoltà politicamente: con il PD, che ha votato la legge ottenendo una dilazione ( sulla quale torneremo) al 2027 e con la città, avendo inserito la fusione nel suo programma elettorale. Ora, se la giustizia amministrativa dovesse respingere i ricorsi consentendo ai cittadini in autunno di votare, Caruso sarebbe in imbarazzo. Come potrebbe dire di votare si a una legge definita “fascista” e impugnata per vie legali? E se il Si dovesse vincere con una maggioranza schiacciante quale legittimazione politica rimarrebbe a un Sindaco che si è schierato contro? Sono questioni delicate. Che riaprono anche l’opzione 2027, di per sé non vincolante. Perché se i si fossero schiaccianti sarebbe difficile rinviare di due anni e mezzo un appuntamento voluto dal popolo sovrano. Quando il popolo si desta Dio si mette alla sua testa diceva Mazzini, ma la mossa del sindaco rischia di cambiare il finale in destra, con buona pace del fronte progressista.
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