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Sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e violenza sessuale: in carcere due nigeriani

Operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. I due sono stati condannati a 20 e 9 anni di reclusione

Pubblicato il: 10/08/2024 – 8:29
Sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù e violenza sessuale: in carcere due nigeriani

REGGIO CALABRIA La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di due persone di origine nigeriana, Sonia Osazee di 41 anni e Sunday Ediorans di 31, condannati in primo grado, a diverso titolo – fatte salve le diverse valutazioni nei gradi successivi – di aver introdotto in Italia una loro connazionale per costringerla a prostituirsi.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, prendeva avvio a seguito della denuncia presentata dalla vittima.

Il caso

Nella denuncia (poi confermata in maniera specifica nel corso dell’istruttoria dibattimentale) la donna raccontava che, dopo essere sbarcata a Reggio Calabria nel 2016 con l’illusione di intraprendere gli studi, veniva condotta con l’inganno a Castel Volturno (CE) dove, all’interno di un appartamento, veniva segregata, abusata sessualmente e costretta per due anni a prostituirsi al fine di ripagare il debito di 35.000 euro imposto dalla sua sfruttatrice (c.d. “madame”), come prezzo per ottenere la libertà. Gli approfondimenti investigativi, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Sara Amerio, consentivano quindi di far emergere un gravissimo quadro delittuoso riproducente la tipica dinamica criminale della tratta di persone straniere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, con episodi di assoggettamento, riti tribali e vessazioni di natura sessuale e non, subìti dalla vittima per mano dei suoi aguzzini, che venivano identificati in maniera certa dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria nei due fratelli di origine nigeriana, una donna, riconosciuta come la “madame” ed il fratello, suo complice.

La condanna

Il processo, instaurato dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia dinanzi alla Corte di Assise del Tribunale di Reggio Calabria, presieduto dalla Natina Prattico, si concludeva quindi con la condanna dei due imputati, nei confronti dei quali veniva inflitta, rispettivamente, la pena della reclusione a 20 anni di carcere per la “madame” Osazee e a 9 anni di carcere per il suo complice Ediorans. Alla luce della condanna irrogata, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia veniva emessa a loro carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, attesa l’evidente gravità indiziaria e il concreto pericolo di fuga e reiterazione dei reati. Al fine di dare esecuzione al provvedimento, la Squadra Mobile di Reggio Calabria avviava un’intensa attività di indagine, con intercettazioni telefoniche, sopralluoghi sul posto ed altre tecniche volte a ricostruire le abitudini dei due e in data 7 agosto 2024 essi venivano localizzati e catturati a Castel Volturno con l’ausilio della Squadra Mobile di Caserta.
Al termine degli adempimenti di rito le due persone tratte in arresto venivano condotte presso le Case Circondariali di Secondigliano (NA) e Poggioreale (NA).

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