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De Magistris: «In Calabria chilometri di mare marrone, si tratta di fogna. Nulla è cambiato»

Il duro attacco social dell’ex magistrato. «E’ uno dei tanti prezzi che si pagano perché lo Stato non ha voluto difendere servitori onesti»

Pubblicato il: 11/08/2024 – 20:18
De Magistris: «In Calabria chilometri di mare marrone, si tratta di fogna. Nulla è cambiato»

COSENZA «Qualche giorno fa in treno, direzione sud, percorrevo in Calabria il tratto tra Praja a Mare e Lamezia Terme e nei punti in cui si toccava la linea di costa ho visto chilometri e chilometri di mare, a riva, di colore marrone: si tratta di merda, cloaca, fogna. Nulla è cambiato in tanti anni». A scriverlo in un duro post di facebook con tanto di foto (in copertina) è Luigi De Magistris, ex magistrato e sindaco di Napoli, candidato nel 2021 come presidente della Regione Calabria, arrivando terzo con il 16% dei voti.
«Ricordo – scrive ancora De Magistris – quando mi occupai di inquinamento del mare e delle coste da giovane pubblico ministero a Catanzaro. Avevamo ricostruito, 20 anni fa circa, nell’indagine denominata Poseidone, un fiume di denaro pubblico (circa due miliardi di euro) sottratto proprio al funzionamento dei depuratori per le acque reflue, alla manutenzione e alla realizzazione di nuovi depuratori. Ricostruimmo un sistema criminale che aveva il suo baricentro d’azione nell’emergenza ambientale, che era ovviamente commissariata. Commissario per l’emergenza ambientale era il presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, già potente magistrato in Calabria, i posti suddivisi con precisa lottizzazione politica, consulenze e incarichi a parenti e amici di magistrati, di appartenenti alle forze di polizia, funzionari e dirigenti, a tutti quelli che avrebbero dovuto controllare».

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Luigi De Magistris

«Tutti insieme controllori e controllati»

«Tutti insieme controllori e controllati – scrive ancora l’ex magistrato – Un vero e proprio sistema che con poteri speciali affidava opere e servizi, dava posti di lavoro, elargiva soldi e consulenze. Avevamo ricostruito tutto, recuperato anche denaro pubblico illecitamente sottratto, incriminato i responsabili ma come fu coinvolto l’avvocato e amico del mio Procuratore, nonché parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia, l’indagine mi fu scippata proprio dal Procuratore il cui figlio della moglie, tra l’altro, era stato assunto nella società dello stesso avvocato e il Procuratore aveva anche garantito con sua fideiussione. Il Consiglio Superiore della Magistratura mi trasferì per incompatibilità ambientale e lasciò che il marcio continuasse ad operare. Ero forse davvero incompatibile con quell’ambiente fatto all’epoca di troppa cloaca istituzionale. Poi un anno fa, più o meno per gli stessi fatti per i quali lo avevo indagato, l’avvocato Pittelli, l’amico del Procuratore come di tanti altri magistrati, è stato condannato ad 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Il reato che il ministro delle ingiustizie Nordio vuole cancellare. Quella indagine sul mare sporco aveva scoperchiato una immensa cloaca politica ed istituzionale con il ruolo centrale delle logge occulte. La massomafia calabrese. E Pittelli insieme ad altri rappresentava quel filo nero che univa criminalità organizzata, politica, istituzioni, magistratura compresa, colletti bianchi, massoneria. Quella striscia di mare sporco – conclude De Magistris – è uno dei tanti prezzi che si pagano perché lo Stato non ha voluto difendere servitori onesti della Repubblica ed anzi li ha traditi».

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