«La vertenza Kratos ha del paradossale. Un settore, quello della depurazione, con grandi potenzialità che, purtroppo, rischiano di essere vanificate per incapacità di progettazione. Probabilmente andranno persi tutti gli sforzi che la comunità europea sta facendo. Tanti soldi… 250 milioni di euro, che potrebbero rilanciare e stabilizzare un settore da sempre borderline». Lo scrive Cdl Cgil Cosenza in una nota. «Per di più assistiamo ad atteggiamenti arroganti e superficiali da parte di aziende private senza scrupolo. Quello che sta succedendo al depuratore di Rende ne è una prova tangibile. È utile ricordare che i soldi gestiti in quel caso sono pubblici. E dispiace che i sindaci (non tutti) non stiano facendo nulla per quell’impianto e per i lavoratori (ormai pochi) che tra mille difficoltà continuano a fare il proprio lavoro. Sette di loro, negli ultimi mesi, sono stati licenziati senza motivazioni oggettive. Perché tutto questo? Non hanno competenze? Lavorano in quel settore da decine di anni, senza mai aver fatto formazione. Perché esternalizzare alcuni servizi? Perché portare altri lavoratori da fuori Regione? Quale è il disegno perverso? A questi interrogati risponderemo con una azione forte di rivendicazione, di denuncia non senza aver avanzato proposte. Nelle prossime settimane chiameremo tutti i sindaci del consorzio a determinarsi. I lavoratori licenziati devono essere tutti reintegrati. Non ci sono margini di discussione che possono prescindere da ciò. Non è più possibile accettare quanto accaduto».
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