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Rai Storia celebra i Bronzi di Riace a 52 anni dal ritrovamento

Stasera appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza” tra mito, dibattito scientifico e identificazione culturale

Pubblicato il: 12/08/2024 – 7:32
Rai Storia celebra i Bronzi di Riace a 52 anni dal ritrovamento

ROMA Il 16 agosto 2022 è stato celebrato il cinquantenario dalla scoperta dei bronzi di Riace, due magnifiche statue greche del V secolo a.C. recuperate grazie a un ritrovamento fortuito nelle acque del piccolo borgo calabrese. Per la Calabria i due guerrieri sono stati subito simbolo di identificazione culturale e speranza di riscatto. A loro è dedicato l’appuntamento, firmato da Brigida Gullo con la regia di Federico Cataldi, con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda oggi, lunedì 12 agosto alle 21.40 e in replica – nel giorno dell’anniversario del ritrovamento – venerdì 16 agosto alle 15.30 su Rai Storia. Giunti a Firenze per il primo restauro durato cinque anni, dal loro esordio presso il Museo archeologico, il 15 dicembre 1980, i bronzi hanno attratto, per armonia di forma e espressione folle di turisti e visitatori. Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica le ha ospitate al Quirinale, nell’estate del 1981, per una seconda mostra, a consacrare il grande evento della loro scoperta. Con le esposizioni a Firenze e Roma le statue erano oramai entrate nel discorso pubblico. Gli ingredienti per la nascita di un mito erano a portata di mano: la bellezza classica dei due guerrieri, il ritrovamento in mare del tutto fortuito, e il fascino dell’antico, hanno fatto breccia su un mondo che a inizio anni ’80 si lasciava alle spalle un periodo turbolento e si avviava verso un decennio di spensieratezza e edonismo. La loro destinazione finale, nell’estate del 1981, è stata l’allora Museo Nazionale di Reggio Calabria, oggi Museo Archeologico, che continua a custodirli e valorizzarli. I bronzi di Riace non sono semplicemente due statue greche del V secolo avanti Cristo. Sono molto di più: le vicende che li hanno riguardati, se da un lato ne hanno decretato la trasformazione in mito, dall’altro hanno rischiato di soffocarli, replicandone eccessivamente l’immagine e trasformandoli in feticci. Per capire chi siano davvero i due bronzi, occorre tralasciare il loro aspetto esteriore e guardarli da dentro. È nel buio delle cavità che ne costituiscono struttura e anima che abitano i loro segreti. Grazie ai restauri ai quali sono stati sottoposti nel corso di cinquant’anni e alle nuove tecnologie, che oggi sono in grado di esaminare anche le più piccole tracce fuori e dentro le due statue, oggi si può iniziare a ipotizzarne la provenienza e a ricercarne l’identità. Mentre il dibattito scientifico sui bronzi di Riace è destinato a continuare, il loro fascino rimane intatto: diventate, come avrebbe detto Roland Barthes, un mito d’oggi, sono destinati a incantare chiunque cerchi in loro il simbolo di un passato in cui bellezza e armonia erano virtù supreme e assolute. Intervengono Vinzenz Brinkmann (Liebieghaus Skulpturensammlung – Francoforte sul Meno), Pietro Giovanni Guzzo (Accademia dei Lincei), Mario Iozzo (Direttore Museo Archeologico Nazionale di Firenze, 2015-2023), Carmelo Malacrino (Direttore Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria 2015-2023), Marcello Miccio (restauratore chimico), Mario Micheli (Università degli Studi Roma Tre), Maurizio Paoletti (Università della Calabria), Giuseppe Zurzolo (sindaco di Riace 1970-1980).

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