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l’inferno sullo Stretto

La protesta a Messina e la rabbia dei viaggiatori a Villa San Giovanni: «Eh ma il Ponte non serve» – VIDEO

Traffico paralizzato agli imbarcaderi mentre a Messina il comitato “No Ponte” protesta e chiede di bloccare «la devastante struttura»

Pubblicato il: 13/08/2024 – 13:47
La protesta a Messina e la rabbia dei viaggiatori a Villa San Giovanni: «Eh ma il Ponte non serve» – VIDEO

REGGIO CALABRIA «Eh ma il Ponte non serve, è il 12 agosto l’una passata e ci sono auto e camion in fila». Il deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele, questa mattina, ha pubblicato un reel sul proprio profilo Instagram che inizia con il commento imbronciato di una donna in fila agli imbarcaderi di Villa San Giovanni. La polemica è legata ai tempi biblici impiegati da turisti e viaggiatori per raggiungere la Calabria e la Sicilia attraversando lo Stretto.

Nella clip, l’esponente del Carroccio si scaglia contro la segretaria del Pd Elly Schlein, decisa a «battersi per bloccare la realizzazione della Infrastruttura». Nel video, Schlein elenca – fogli in mano – i motivi del no alla realizzazione del collegamento tra Calabria e Sicilia e sottolinea sorridendo la velocità dei tempi di attraversamento a bordo del traghetto. Circostanza che, per la segretaria democrat, sconsiglierebbe la realizzazione dell’imponente opera.
Da più parti, nei confronti di Schlein, sono piovute critiche in relazione al metodo utilizzato per calcolare i tempi del viaggio tra Calabria e Sicilia. La segretaria infatti si riferisce ai minuti della traversata dello Stretto, ma dimentica di calcolare i tempi di attesa segnati dalle file (spesso interminabili) agli imbarcaderi. «Ore e ore di coda con turisti, cittadini e pendolari bloccati – ha postato il vicepremier, Matteo Salvini -. Ma per i signori del “No Ponte”, l’opera non serve perché, secondo loro, bastano 20 minuti per attraversare lo Stretto». Anche Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, ha avuto modo di soffermarsi sul «sabato da bollino nero, con Villa San Giovanni soffocata da file interminabili di autovetture che in alcuni momenti sono giunte fino all’autostrada». E questa mattina, è arrivata la risposta dell’eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo agli affondi del leader del Carroccio. «Lui, Matteo Salvini, il ministro onnipresente per eccellenza, questa volta tace. Altro che Alte velocità e treni che partono e arrivano in orario. E’ un vero e proprio inferno e i trasporti e le infrastrutture dipendono proprio da lui. E non parliamo di quello che accade da Napoli a scendere, Reggio Calabria, Lecce, Potenza. Treni soppressi, linee a binario unico. Di tutto abbiamo bisogno tranne che dividere in due il Paese con l’autonomia differenziata. Ministro Salvini quel fiume di denaro destinato al Ponte sullo Stretto che non s’ha da fare lo usi per strade e linee ferroviarie. Presidente Meloni le sembra che l’Italia sia un Paese da G7 con tutto il Sud senza acqua?».

La manifestazione No Ponte

A Messina, sabato 10 agosto, è stata organizzata una manifestazione del movimento No Ponte: mobilitato contro la costruzione del collegamento stabile sullo Stretto. «Ad ogni manifestazione, ad ogni iniziativa, ad ogni appuntamento che vede la partecipazione colorata e festosa delle tante e dei tanti che si oppongono alla folle idea del Ponte sullo Stretto, ecco la consueta ridda di note al veleno, più o meno firmate. Innanzitutto il solito balletto dei numeri, cui quest’anno si aggiunge anche quello dell’età anagrafica dei manifestanti, a cercare di scatenare una irrealistica guerra tra vecchi cavernicoli contro giovani futuristi: purtroppo per loro siamo nell’epoca dei reel e delle dirette social, e a queste lasciamo ogni considerazione al riguardo, ché non abbiamo tempo da perdere», afferma in una nota il movimento No Ponte Calabria. «Ma è un altro – prosegue la nota – il cavallo di battaglia della propaganda pontista che va per la maggiore in questo periodo, quello delle code agli imbarchi. Sorvoliamo sulla situazione infernale che viene narrata, e per la quale basterebbe monitorare le attività della Protezione civile per avere il reale polso della situazione. È chiaro però che durante questo periodo i tempi di attraversamento si allungano, come tra l’altro avviene in ogni collo di bottiglia presente in qualsiasi rete trasportistica. Quello che è inaccettabile è che questi signori, che affermano di avere così tanto a cuore i nostri interessi, non dicono che con solo una piccola parte dei 14 miliardi destinati al Ponte si sarebbe potuto ammodernare e potenziare la flotta navale dello Stretto e provvedere allo spostamento del porto a sud di Villa San Giovanni, decongestionando il traffico nel centro della città e tagliando i tempi di attraversamento e le code agli imbarchi. Ma questo non è possibile perché i soldi non li vogliono spendere per noi, per lo Stretto, per affrontare i bisogni reali. Basti pensare alle due moderne navi roll-on/roll-off, che avrebbero permesso di tagliare di più di un’ora i tempi di traghettamento dei treni, che dovevamo comprare con i fondi Pnrr e che abbiamo perso perché lo Stato italiano punta sul Ponte! Ma tutto questo piano piano sta venendo fuori così come è sempre più chiaro che questo Ponte non lo sanno fare, e in fondo neanche lo vogliono fare: quello che interessa è solo aprire i cantieri e dare il via ad una speculazione ancora maggiore». «E così – afferma il Comitato – abbiamo la Lega, il partito del Ponte e del Nord, che lancia una petizione per sostenere questa follia, come se non fossero al Governo, come se non avessero il ministro di riferimento dell’opera, come se non avessero già imposto diversi decreti legge per poter andare avanti nonostante le criticità. E annunciano addirittura una manifestazione dei sì Ponte, magari foraggiata con i fondi della comunicazione pontista». «Quello che è certo – concludono i NO Ponte – è che il terreno costruito con bugie e falsa propaganda gli sta franando sotto i piedi, e cercano di correre ai ripari a colpi di decreti legge, come quello Infrastrutture e quello Sicurezza. Quello che è altrettanto certo è che sempre qui ci troveranno, giovani e vecchi, donne e uomini, a impedire che lo Stretto venga svenduto per interesse, a chiedere che i soldi per il Ponte vengano investiti per dare risposte ai nostri reali bisogni, e per chiedere la definitiva chiusura di quella macchina succhiasoldi che è la Stretto di Messina SpA». (f.b.)

La protesta a Messina

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