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La “calda estate” di Forza Italia, tra l’addio di Micciché e il “dualismo” Schifani-Occhiuto

Il “Domani” delinea le mosse (e i timori) di Tajani alla luce della decisione del leader siciliano, che potrebbe cambiare gli equilibri al Sud

Pubblicato il: 14/08/2024 – 13:58
La “calda estate” di Forza Italia, tra l’addio di Micciché e il “dualismo” Schifani-Occhiuto

ROMA “L’estate calda di Tajani: tra campagna acquisti e caos in Sicilia”. Partendo da questo titolo il “Domani” descrive le nuove dinamiche di Forza Italia alla luce delle esternazioni della famiglia Berlusconi e di quello che sta accadendo nell’isola, con l’addio al partito di uno dei suoi fondatori, Gianfranco Miccichè, un addio che secondo il “Domani” potrebbe far cambiare gli equilibri al Sud, granaio di voti per Forza Italia, in particolare in Sicilia e in Calabria.

L’input della famiglia Berlusconi

Nello scenario disegnato dal “Domani” si parte dalla «spinta ad accelerare» arrivata al coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani dalla famiglia Berlusconi «prima in privato poi pubblicamente con l’intervista di Marna Berlusconi in cui ha rilanciato sull’anima liberare e orientata ai diritti del partito fondato dal padre… Si spiega così allora l’attivismo agostano degli azzurri rispetto agli alleati. La strategia di Tajani però – secondo il “Domani” – «va oltre l’agenda. L’obiettivo è allargare il partito, ricucire con chi se ne è andato e rosicchiare proprio a centro qualche utile tassello… Eppure non sono tutte rose per Tajani…».

Il caso-caos Sicilia

«Anche se la reazione è stata quella di minimizzare il colpo, l’addio di Miccichè – sostiene il “Domani” – minaccia di far deflagrare lo scontro in Sicilia, un conflitto che potrebbe allargarsi anche in altre regioni del Sud… Che sull’isola fosse in corso una guerra senza esclusione di colpi tra lui e il presidente della Regione Renato Schifani era cosa nota ma Tajani, che ha scelto di sostenere Schifani, sperava che tutto si potesse appianare. Invece lo strappo di Miccichè apre un problema significativo per i vertici nazionali, soprattutto con riferimento al dibattito sull’autonomia differenziata». Secondo il “Domani” infatti «Schifani ha sposato la linea non belligerante nei confronti della Lega parlando di “riforma che migliorerà i servizi per i cittadini e le imprese”. Parole male accolte dagli altri governatori del Sud, primo fra tutti il calabrese Roberto Occhiuto, che ha da subito guidato il movimento dei contrari interno al partito e che in Calabria ha costruito la seconda roccaforte azzurra, sfiorando il 18%. Il dualismo tra Schifani e Occhiuto oggi è sempre più marcato, ma, con l’uscita di Miccichè, gli equilibri potrebbero cambiare». «Questo – conclude il “Domani” – è il vero rischio per Tajani: pensare che Forza Itala possa essere guidato solo da Roma lasciando che al Sud infiammino le lotte intestine».  (redazione@corrierecal.it)

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