ROMA «Le parole del sottosegretario alla Giustizia Del Mastro delle Vedove, che sdegnosamente rivendica di aver visitato il carcere di Taranto per incontrare solo la Polizia Penitenziaria, perché lui non si inchina “alla Mecca dei detenuti”, sono di una gravità definitiva». Lo scrive su Facebook Gian Domenico Caiazza. «E faccio fatica – prosegue il post – a comprendere come sia possibile che nessuno dei soggetti politici (partiti, associazioni) invece attenti e schierati nella denuncia della vergogna delle carceri, non invochi le immediate dimissioni di una persona così inadeguata al ruolo, né chieda conto al Ministro Nordio cosa pensi di una simile, scandalosa dichiarazione del suo vice-Ministro. Il Sottosegretario proprio non riesce a comprendere che i detenuti (siano essi i peggiori criminali, o persone innocenti in attesa di giudizio) sono affidati alla custodia e quindi alla responsabilità dello Stato e-specificamente- al Ministero che egli indegnamente rappresenta. E se costoro vengono custoditi nelle condizioni indecenti che tutti conosciamo, significa che Del Mastro delle Vedove in quel momento rappresenta formalmente chi ha la responsabilità di quella indecenza (che naturalmente ha molti padri in questi ultimi decenni). Se va in carcere e parla solo con polizia penitenziaria e il personale amministrativo, rivendicando con orgoglio di aver ignorato i detenuti, non solo appicca il fuoco di una contrapposizione esplosiva tra “buoni” e “cattivi”, ma dimostra di non avere la minima idea di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità. Chi confonde la politica con la propaganda becera delle proprie idee, non può avere responsabilità di Governo di questa importanza».
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