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Tumore del pancreas più vulnerabile con la dieta chetogenica

«Costringe l’organismo a utilizzare i grassi come principale fonte di energia»

Pubblicato il: 15/08/2024 – 6:56
Tumore del pancreas più vulnerabile con la dieta chetogenica

ROMA La dieta chetogenica come un cavallo di Troia che apre le porte delle cellule del tumore del pancreas e consente di colpirle con un farmaco mirato in un momento di vulnerabilità. È la strategia messa a punto con successo da ricercatori della University of California – San Francisco (UCSF) coordinati dall’italiano Davide Ruggero, professore alla Scuola di Medicina, Dipartimento di Urologia e del Centro oncologico dell’ateneo americano. Gli scienziati, sulle pagine di Nature, hanno mostrato in esperimenti su topi che associare la dieta chetogenica a uno specifico farmaco sperimentale anticancro è in grado di far regredire il tumore. «Il mio laboratorio cerca di comprendere in che modo le cellule producono le proteine essenziali per la vita. In questo ambito cerchiamo anche di capire come le cellule assolvano a questa funzione quando cambiano i nutrienti con cui sostentarsi”, dice all’Ansa Ruggero. La dieta chetogenica fa proprio questo: costringe l’organismo a utilizzare i grassi come principale fonte di energia. I ricercatori hanno scoperto che una proteina denominata eIF4E agisce come un interruttore attivando la modalità ‘brucia-grassi’ delle cellule. Questa modalità è sfruttata anche dal cancro al pancreas. Anzi: “abbiamo scoperto che se esponevamo il tumore del pancreas alla dieta chetogenica, questo diventava dipendete dai corpi chetonici», cioè le molecole prodotte da questo particolare regime alimentare. Il passaggio successivo è stato usare un farmaco sperimentale (tomivosertib o eFT508) sviluppato dallo stesso gruppo di ricerca che interferisce con la proteina eIF4E. «Si è dimostrata una combinazione perfetta: il farmaco privava le cellule tumorali di un elemento diventato ormai essenziale inducendone la morte”, dice ancora Ruggero. Ora i risultati dovranno essere confermati in sperimentazioni cliniche sull’uomo. Le ricadute della scoperta, però, potrebbero essere più ampie. Il laboratorio di Ruggero sta verificando se altri tumori hanno meccanismi simili. Inoltre, “i nostri sforzi potrebbero porre una base scientifica per futuri studi clinici in cui sfruttare la nutrizione di precisione come pilastro fondamentale in tutti gli aspetti della prevenzione e del trattamento dei tumori», conclude Ruggero. «Ciò consentirà di adottare un approccio integrato per ridurre il rischio di cancro e migliorare la sopravvivenza».

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