Stazioni ferroviarie in antico disarmo ascoltano annunci di soliti ritardi, maro’ della guardia costiera scrutano il mare in attesa di caicchi e barchini zeppi di migranti, direttori generali della Regione in pantofole, dipendenti comunali in ferie senza guardare la chat della dirigente, i prezzi alle stelle, le cronache di mafia alimentate da fondi di magazzino di vecchie ordinanze, la disoccupazione percepita come tempo liberato, a Gioiosa Jonica aspettare il ballo di San Rocco per veder trasformare il corso del paese in una sorta di mistica Ibiza, la sorella d’Italia viceministra dell’Interno si chiede se trascorrere la ricorrenza al Viminale, qualche socialdemocratico in agguato su whatsapp alla ricerca di un posto in un Consiglio d’amministrazione.
Ci si prepara al trionfo dell’adipe, ovvero del grasso che si accetta di fornire al proprio corpo in questa sorte di Natale d’agosto. Chi riempie 40 cannelloni da spiaggia, chi ammassa gnocchi fatti in casa, parmigiane di melanzane fritte due volte, sugo e carne di capra in Aspromonte, angurie al fresco del bagnasciuga, guantierate di dolci prenotati da tempo nella più accorsate pasticcerie della penisola calabra, pescato di pregio rilevato dalle barche degli ultimi pescatori rimasti, pomodori di Belmonte acquisiti dall’ambulante produttore perché siamo diventati tifosi del chilometro zero, cambuse piene di Chablis, Tavernello in frigo portatile per chi deve mettere ogni giorno insieme il pranzo con la cena. Va in pausa la dieta, il controllo della glicemia e del colesterolo, le abitudini alimentari morigerate si prendono la loro vacanza per il momentaneo trionfo dell’”adipe” da far aumentare con innaffio di costoso Jefferson salvo poi ridimensionare il tutto con incetta di Citrosodina granulare.
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Degli scenari di guerra tra Russia e Medio Oriente importa poco, un po’ di meno anche del resto dell’anno. Attorno ai falò sulla rena e ai barbecue in giardino si parlerà d’altro. Magari dell’overtourism che qui da noi non è di casa. A Sant’Agata del Bianco tiene banco la mossa risolutiva del sindaco Domenico Stranieri che per il centenario del suo cittadino più illustre, lo scrittore Saverio Strati, aveva rifiutato sdegnato il finanziamento dimezzato disposto ad orecchio dalla Regione ad una settimana del 16 agosto dell’atteso genetliaco. Convocazione immediata del governatore Occhiuto per riparare alla promessa dei cinquecentomila euro. Si è iniziato con una lettura di citazioni recitata con tono compassato alla Russel Crowe da Luca Ward, non mancherà convegno con intellettuali di chiara fama. A gestire tutto ci penserà la Calabria film commission che sceglierà il nuovo presidente ad ombrelloni chiusi.
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A Melicuccà invece pensano a far nascere una fondazione che ricordi il loro illustre concittadino Lorenzo Calogero, in passato dimenticato nel posto più lugubre del cimitero e poi portato a miglior sepoltura grazie al sepolcro funebre voluto da Santo Gioffrè quando era stato assessore provinciale alla Cultura. Nel Paese di Melicuccà a San Lorenzo hanno celebrato anche Franco Costabile, nato anch’egli un secolo fa a Lamezia, mentre il 22 agosto ad Aliano, sotto casa dove abitò Carlo Levi, delle attrici reciteranno le sue poesie di stirpe calabrese. Chissà se l’alba calabrese ruba ancora il sonno al contadino anche nel di’ di festa? L’unica certezza è che gli scrittori calabresi sono luoghi fermati nelle parole delle loro opere.
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A volte le ricorda chi torna, trova rassegnazione esistenziale solcando la piazza di un paese aspromontano o delle Serre catanzaresi. Sono scomparsi i macchinoni con il volante avvolto nella pelliccia. Si riaccendono le luci del presepe nei paesini spopolati, si fa la conta di chi non vuol tornare, professionisti affermati del Nord si ritrovano sulla spiaggia di Capo Rizzuto ricordando le notti in collegio con la lampadina cieca della loro “Seconda squadra”. Sfila dalla gruccia l’abitino bianco la signora della città che indosserà con tacchi a spillo assieme al marito con polo dal colletto alzato per l’aperitivo d’ordinanza nel bar più cool di Diamante o di Soverato in stretta similitudine con gli amici in vacanza in Croazia che postano il brindisi ricordo su Facebook, qualcuno farà anche due tatuaggi uguali a futura memoria e Marcello Romanelli scriverà di una storia iconica. L’intellettuale lucano Camillo Langone ha sognato in un suo elzeviro sul Foglio di andare ad ammirare quadri di Mattia Preti a Taverna dove non è mai stato per «realizzare senza difficoltà il desiderio espresso da Maddalena-Anouk Aimée nella “Dolce vita». «Vorrei vivere in una città nuova e non incontrare più nessuno». Di sicuro non ci incontrerei nessuno che abbia fatto parte delle mie vite precedenti: Taverna è lontana (50 minuti di curve) perfino da Catanzaro. «Un fiore tra le montagne», secondo Mario Caligiuri. Forse anche questo ci preserva dal tutto esaurito ad oltranza.
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Calabria prima d’Italia secondo Federconsumatori per disservizi ferroviari, seconda italiana invece per incendi di boschi bruciati nonostante i droni schierati, Luigi De Magistris tornando dai parenti, con conflitto d’interesse personale, dichiara «In Calabria chilometri di mare marrone, si tratta di fogna. Nulla è cambiato». In verità ad Hera Lacinia per cinque giorni è mancata l’acqua nelle case, Gigi D’Alessio il premio Affidato ricevuto al Jonio music festival l’ha dedicato allo scomparso promoter Roberto Iacobino, Selvaggia Lucarelli ha litigato con il giornalista Nuzzi al premio Caccuri dando un significato alla manifestazione, in un club di Corigliano-Rossano si esibisce Fedez, i tifosi del Cosenza bestemmiano per un biglietto di curva fissato a 19 euro. Agazio Loiero ha scritto dal suo buon retiro «dei social dove si racconta di una realtà dorata mai vissuta prima d’ora come ripete senza sosta il presidente della mia regione». Per l’esodo in Calabria traffico intenso ma regolare.
Finalmente un Ferragosto alla calabrese. (redazione@corrierecal.it)
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