REGGIO CALABRIA Uno spirito riformatore che non si è esaurito anche se forse registra un ritmo meno sostenuto rispetto al primo anno di legislatura, una produzione a tratti innovativa ma anche qualche “caduta di tono”. E’ tempo di bilanci per il Consiglio regionale anche con riferimento alla quantità e la qualità della legislazione nei primi 8 mesi dell’anno. Sul piano numerico, come già evidenziato, il numero delle proposte di legge approvate dall’aula dall’inizio del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023 segna una lieve riduzione, dovuta però alla pausa di due mesi per la campagna elettorale per le Europee e le Amministrative dell’8 e 9 giugno.
Sul piano dei contenuti, spiccano comunque alcune riforme che il Consiglio regionale, essenzialmente a maggioranza, su input del centrodestra, è riuscita a portare a termine in questi 8 mesi: tra queste, la nascita della nuova Agenzia regionale per le aree industriali e l’attrazione degli investimenti, che ha sostituito il vecchio e fallimentare Corap, la nascita del Sistema statistico regionale e la nuova disciplina dei servizi per l’infanzia. Secondo alcuni analisti, sotto questo aspetto il 2023 sarebbe stato più intenso – si ricordano la riforma epocale che ha soppresso i Consorzi di bonifica per creare uno solo a livello regionale, la riorganizzazione della Protezione civile, gli interventi legislativi in termini di ambiente e biodiversità, le agevolazioni per gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta (la famosa “Legge De Masi”) – ma nel 2024 comunque a Palazzo Campanella non si è rimasti fermi e comunque ci sono ancora quattro mesi per produrre altre riforme: in agenda infatti in autunno c’è la nascita della Società regionale per il digitale e dell’Agenzia regionale per l’energia. Confermato poi in questi primi 8 mesi dell’anno il trend che sta caratterizzando quella legislatura, con la particolare attenzione dei legislatori regionali all’istituzione di nuove riserve naturali un’attenzione non legata solo a un improvviso “afflato” naturalistico della politica regionale ma dovuta anche a motivi più prosaici. Di particolare impatto poi il via libera, sostanzialmente all’unanimità, quindi con la condivisione anche del Pd, al provvedimento che dà mandato al presidente della Giunta di indire il referendum popolare per la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Quanto all’iniziativa legislativa, spicca l’attivismo del gruppo della Lega, con 13 proposte di legge regionale presentate in questi ultimi 8 mesi (dal gruppo complessivamente inteso o da singoli consiglieri), seguito da Fratelli d’Italia (8), Forza Italia (5), poi Pd e Movimento 5 Stelle, 4 le proposte di legge di iniziativa della Giunta.
Ovviamente, non mancano anche alcune criticità nella produzione legislativa del Consiglio regionale in questi primi 8 mesi del 2024. Fa infatti molto discutere la pratica, ormai consolidata, della maggioranza di centrodestra, di approvare “Omnibus” che contengono disposizioni di diverso contenuto e senza alcun nesso logico: sono state due le “Omnibus” approvate nel 2024 dal Consiglio regionale, 9 in totale dall’inizio della legislatura. Una pratica criticata anche dalla Corte dei Conti e in effetti molto discutibile, anche perché spesso nelle “Omnibus” sono state inserite, quasi a “nasconderle”, scelte strategiche come è stata per l’ultima, la soppressione della Fondazione Mediterranea Terina. Altra criticità è il mancato arrivo all’esame dell’aula di importanti proposte di legge che provengono dall’opposizione, a parte eccezioni su temi comunque non dirimenti: sotto questo aspetto emblematica sembra la parabola che attende la proposta di referendum abrogativo dell’autonomia differenziata presentata dal centrosinistra, “parcheggiata” in prima Commissione e destinata verosimilmente a non arrivare mai all’attenzione dell’intero Consiglio regionale. (a. c.)
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