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Da simbolo dell’estate calabrese alla tragica chiusura: la storia dell’acquapark di Zambrone

Il successo, i problemi economici e il drammatico incidente nel 2006. Nascita e declino del primo parco acquatico del Sud Italia

Pubblicato il: 18/08/2024 – 17:41
Da simbolo dell’estate calabrese alla tragica chiusura: la storia dell’acquapark di Zambrone

VIBO VALENTIA Per i vibonesi un punto di riferimento estivo, per la Costa degli Dei un fondamentale attrattore turistico ed economico. Un fiore all’occhiello per la Calabria che ha chiuso le porte dopo un evento drammatico e, come spesso accade, a causa di una serie di problemi economici. È il caso dell’Acquapark di Zambrone, il primo parco acquatico del Sud Italia, capace di attrarre oltre 100 mila visitatori all’anno. Il complesso venne aperto nel 1989 e contava una superficie di 30 mila mq tra piscine e attrazioni, con altrettanto spazio per il parcheggio. Un’offerta di musica e spettacoli quotidiani che gli ha consentito di competere anche con avversari ben più grandi e attrattivi, come attestato dai numerosi riconoscimenti ottenuti a livello nazionale. Una rapida scalata interrotta nel 2007, quando fu annunciata la definitiva chiusura del parco, a “soli” 18 anni dall’inaugurazione.

L’inaugurazione e il successo nazionale

Inaugurato il 13 agosto 1989, da una “felice” intuizione di un gruppo di imprenditori nasce l’acquapark in uno dei Comuni più belli e turistici della costa degli Dei. A Zambrone, a pochi passi dall’ormai celebre spiaggia del Paradiso del Sub, viene aperto il primo parco acquatico del Sud Italia. Il “Kamikaze”, il “Fiume lento”, il “Flow river”, la “Laguna Hawaii”: in poco tempo le attrazioni, insieme agli spettacoli musicali, diventano tappa fissa per i calabresi e i turisti “di ritorno”. Ad accogliere tutti la mascotte Sprizzy e gli oltre cento dipendenti stagionali, tra bagnini e animatori, a cui il parco garantiva lavoro. Un successo economico e sociale, ben 14 premi internazionali e un notevole vantaggio per tutto l’indotto. Poi la svolta nel 2006 con la tragica morte di una bambina, che segnerà il punto di non ritorno di una struttura già in difficoltà economica.

La tragica morte di Letizia

L’evento drammatico arriva il 24 giugno 2006. Letizia, una bambina di 6 anni, viene travolta nella tipica piscina adibita alle onde artificiali. In vacanza insieme alla sua famiglia modenese, originaria di Carpi ed ospite in una struttura ricettiva della Costa degli Dei, proprio l’ultimo giorno di ferie avviene l’incidente fatale. Vani i soccorsi e i tentativi del medico di rianimare la bambina, estratta quasi esanime da uno dei bagnini del parco. Per il fatto nel 2014 è stato condannato in primo grado il proprietario del parco per omicidio colposo. L’incidente si rivelerà una drammatica “svolta” per l’acquapark, che da lì a poco meno di un anno chiuderà a causa dei problemi economici.

I problemi economici e la chiusura

La nascita di altri parchi acquatici nel Sud Italia, forse la poca capacità di “reinventarsi” di fronte agli sviluppi tecnologici hanno portato l’acquapark vibonese a chiudere. Per la chiusura è emersa anche un’indagine della magistratura sui proprietari per reati di bancarotta fraudolenta. Intorno un “silenzio” colpevole da parte di politica e istituzioni che hanno assistito alla lenta morte di una delle mete estive più importanti della Calabria. Oggi nell’area dove sorgeva il parco è rimasto poco o nulla: dopo anni di degrado e di attrazioni “fantasma”, la zona è stata ripulita in attesa di nuovi investimenti. Restano i ricordi dei calabresi, dii bambini e ragazzi che aspettavano l’estate per “Sprizzy”, per una nuotata nel “Fiume lento”, per un tuffo nel “Kamikaze”. Per la Calabria l’ennesimo rimpianto di un’eccellenza rinomata in tutta Italia persa per inerzia e incapacità. (Ma.Ru.)

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