Si chiama “Calciatori-Giovani Speranze” ed è un docu-reality in onda su Mtv. Siamo nel 2012 e da un anno segue le vicende della squadra Primavera della Fiorentina nei campionati di categoria. Oltre che sul campo, le telecamere entrano nelle case e nella routine quotidiana di alcune giovani promesse viola, insomma, una sorta di Grande Fratello o Isola dei Famosi in formato calcistico. Leonardo Capezzi, Alan Empereur, Roberto Franca Everton, Alberto Rosa Gastaldo, Cedric Gondo, Axel Gulin, Luca Lezzerini, Giacomo Ruggeri e Leonardo Costanzo sono soltanto alcuni dei ragazzi in vetrina della squadra guidata da Leonardo Semplici che hanno firmato la liberatoria del programma tv per essere ripresi anche durante le uscite serali e le ore di studio. Il fatto curioso, però, è che il migliore di quella squadra ha detto «no, grazie». Il più forte di tutti si è rifiutato di dare il consenso a fare entrare le telecamere nella sua vita privata.
«Ho lasciato che mi riprendessero mentre giocavo – spiegherà successivamente – ma senza andare oltre. L’iniziativa all’inizio sembrava interessante ma credevo potesse deviare dall’obiettivo di diventare calciatore». Quel ragazzo è Federico Bernardeschi, ha poco più di 18 anni ma sembra più saggio di un calciatore a fine carriera. Di ruolo fa il trequartista, l’esterno destro e talvolta la seconda punta. In quell’ultima stagione, mentre le luci dei riflettori si soffermano su gran parte dei suoi compagni di squadra meno dotati, lui, maglia numero 10 sulle spalle e carisma da vendere, sforna magie in continuazione che non sempre gli appassionati del reality di Mtv riescono ad ammirare. Qualcosa, però, delle giocate d’alta scuola di Bernardeschi ogni tanto si intravede.
Ad agosto, con il calciomercato in pieno corso, si accorge di lui il 64enne Giuseppe Ursino, dal 1995 direttore sportivo del Crotone (oggi al Cosenza). «Era ferragosto – racconterà undici anni dopo a TMW Radio – ero a casa con mio figlio Graziano e guardavamo la tv. Trasmettevano il reality sulla Primavera della Fiorentina. Noi avevamo bisogno di un esterno, giocavamo con l’esterno alto a destra con il piede invertito. Vidi un ragazzino che calciava con il sinistro: era lui. Chiamai il presidente Gianni Vrenna e gli dissi che lo avremmo dovuto prendere».
La capacità più grande dell’esperto dirigente originario di Roccella Ionica è sempre stata quella di scovare in giro per l’Italia e far esplodere in Calabria giovani talenti sconosciuti. Uno degli ultimi in ordine di tempo è stato Alessandro Florenzi, autore con la maglia dei pitagorici, non da attaccante, di 11 gol in 37 partite nella stagione 2011-2012.
In quell’estate del 2013, lo score personale con la Primavera di Federico Bernardeschi fa impressione: 21 gol in 26 partite conditi da numeri e colpi da campione già pronto al grande salto nel calcio che conta.
Ora la Fiorentina deve decidere cosa fare del suo talento più cristallino. Tenerlo in prima squadra o mandarlo a giocare in serie B per fargli fare le ossa. Il tecnico Vincenzo Montella lo apprezza molto ma, ovviamente, non può ancora garantirgli un ruolo di primo piano, e così il club dei Della Valle apre alla cessione, ma solo in prestito.
Le offerte che arrivano sul tavolo del direttore sportivo Daniele Pradè sono tante, ma ce n’è una che è più insistente delle altre: è quella del Crotone. La società gigliata è indecisa sul da farsi, non vorrebbe privarsi del suo gioiello, la tira per le lunghe e si arriva all’ultimo giorno di mercato. È il 2 settembre, mancano pochi minuti alla chiusura ufficiale della campagna trasferimenti, quando Beppe Ursino decide che è arrivato il momento di giocarsi il tutto per tutto. Assicura alla Fiorentina che Federico sarà un perno della sua squadra e per convincere il calciatore chiede aiuto proprio ad Alessandro Florenzi, amico di Bernardeschi: «Vai a Crotone, lì ti tratteranno bene e ti faranno diventare grande», assicura l’ex rossoblù (nel frattempo tornato alla Roma) al campioncino toscano. Riesce a convincerlo e così, proprio in chiusura di calciomercato, l’operazione va in porto.
In Calabria, già dai primi allenamenti, mister Massimo Drago comprende di avere tra le mani una gemma di inestimabile valore. «Direttore – dice un giorno a Ursino – ma che giocatore mi ha preso?».
Grazie alle prodezze dei giovanissimi Cataldi (altro talento scoperto da Ursino), Crisetig, Dezi e soprattutto del numero 29 di Carrara, il Crotone vola in campionato e chiude la fase regolare al sesto posto a quota 63 punti. Ai playoff esce perdendo contro il Bari. Dodici le reti realizzate da Bernardeschi che ora ha tutte le carte in regole per trasferirsi stabilmente nella massima serie.
A Firenze resterà tre anni (14 gol), poi il passaggio alla Juventus dove conquisterà tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane, anche se non sempre da protagonista assoluto. Nel 2016 arriverà anche la prima convocazione in Nazionale, l’11 giugno 2017 il primo dei 6 gol in maglia azzurra contro il Liechtenstein.
Nel 2021 diventa campione d’Europa con l’Italia, scendendo in campo sia nella semifinale contro la Spagna che in finale con l’Inghilterra, partite vinte ai rigori anche grazie alle sue realizzazioni. Oggi Federico Bernardeschi ha 30 anni e indossa la maglia del Toronto Fc. Dopo due anni, il suo desiderio sarebbe quello di tornare in Italia e chissà che la sua strada e quella del Crotone, magari anche da avversari, non possano un giorno incrociarsi ancora. (fra.vel.)
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