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Ecco i “comandamenti” per non rischiare un infarto-bis

All’ospedale Grassi di Ostia messa a punto una carta dei suggerimenti per proteggere il cuore

Pubblicato il: 19/08/2024 – 15:14
Ecco i “comandamenti” per non rischiare un infarto-bis

ROMA Stile di vita sano, cure adeguate, controlli. Sono le tre direttrici per proteggere il cuore dopo un infarto, “per non rischiare ancora”, spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Ammirati, direttore dell’Unità operativa complessa dell’ospedale Grassi di Ostia (Roma), dove è stata messa a punto una carta dei ‘comandamenti’ post infarto. Sono suggerimenti che possono fare davvero la differenza. Per questo amo chiamarli comandamenti”, aggiunge il cardiologo. “In ospedale – racconta – ci siamo resi conto che i pazienti che avevano avuto un infarto nella gran parte dei casi non facevano quello che avrebbero dovuto per evitare una recidiva: ricordavano solo in parte i consigli. Da qui la decisione di mettere su carta le indicazioni, scritte in modo semplice ma molto dettagliate, con un titolo che ne enfatizza l’importanza e il ruolo di ‘rinascita’: “I comandamenti del post-infarto. L’alba del giorno dopo”. Si parte dal primo obiettivo, “modificare il proprio stile di vita”, suggerisce Ammirati. Dunque: assoluta astensione dal fumo di sigaretta (anche elettronica); graduale ripresa della propria attività quotidiana; stabilire un programma di esercizio fisico regolare (minimo 3-4 ore a settimana di attività aerobica moderata, almeno 45 minuti di camminata a passo svelto per almeno 3 volte a settimana); attività sessuale moderata, evitando eccessivo stress emotivo; modificare la propria dieta (adottando lo stile mediterraneo); in caso di difficoltà nella gestione quotidiana della dieta o in caso di un peso eccessivo, valutare consulto del dietologo; utilizzo di dispositivi indossabili (smartwatch, sportwatch, smart band), consigliato per incentivare la propria motivazione all’attività fisica. Il secondo obiettivo, spiega il cardiologo, è “l’aderenza alle terapie e il monitoraggio”. Ovvero: assumere quotidianamente le terapie prescritte per i tempi prescritti; monitorare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca almeno 3 volte a settimana (o in condizioni di malessere), prima di assumere le compresse e riportare i valori su un quaderno per almeno i primi 20-30 giorni; mantenere i valori di pressione arteriosa sistolica (massima) idealmente al di sotto di 130 mmHg. In caso di diabete, eseguire monitoraggio della glicemia ed eseguire periodici controlli diabetologici; mantenere i valori di emoglobina glicata al di sotto della soglia consigliata; mantenere i valori di colesterolo Ldl al di sotto di 55 mg/dL; seguire esami del sangue di controllo a distanza di 20 giorni dalla dimissione. Ultimo obiettivo, elenca l’esperto, i controlli che potranno essere fatti anche in televisita. La prima a 30 giorni dalla dimissione, al termine della quale, verranno stabiliti ulteriori accertamenti e altre visite. (Adnkronos Salute)

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