Vanno avanti senza sosta le ricerche dei sei dispersi nel naufragio del superyacht britannico Bayesian, affondato a mezzo miglio dalla costa di Porticello poco prima dell’alba di ieri mentre nella zona imperversava una violenta tromba d’aria: all’appello mancano il tycoon britannico Mike Lynch e la figlia Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’avvocato Chris Morvillo e la moglie Nada.
Lo scafo si trova a circa 50 metri di profondità, è piegato su un lato e, almeno questo emerge dai primi rilievi, non presenterebbe delle falle.
Non solo, anche l’albero risulterebbe integro, anche se per avere la certezza bisognerà attendere che il veliero sia riportato in superficie.
I sommozzatori della Guardia Costiera stanno ispezionando lo scafo dall’esterno con un Rov, un robot telecomandato, mentre gli speleo sub dei vigili del fuoco sono riusciti ad aprirsi un varco per accedere all’interno dell’imbarcazione, dove si ritiene siano intrappolati i corpi dei dispersi.
“Il Bayesian è una piccola Concordia, laggiù a 50 metri di profondità è veramente difficile avanzare”, raccontano i sommozzatori. Operazioni non semplici anche perché i sub hanno in totale 12 minuti a disposizione per potere raggiungere il veliero, entrare all’interno e poi riemergere. Ieri avevano recuperato il corpo di un componente dell’equipaggio, il cuoco Ricardo Tomas, che è stato trovato all’esterno della nave. Ma i sub non erano andati oltre il ponte di comando, per la presenza di suppellettili che ostacolano il passaggio.
Oggi i sub dei vigili del fuoco sono entrati all’interno e hanno iniziato ad ispezionare i saloni, ma al momento non è stato individuato alcun corpo.
I 15 superstiti, intanto, si trovano nel resort Domina Zagarella a Santa Flavia, in provincia di Palermo, proprio di fronte al tratto di mare dove è avvenuto il naufragio. La struttura è diventata il quartier generale di investigatori e soccorritori, una cinquantina di persone, tra cui personale della Prefettura. Tra loro anche Charlotte Golunsky, il marito James Emslie e la piccola Sofia di 1 anno, che erano stati ricoverati all’ospedale dei Bambini a Palermo. Ad accoglierli c’erano alcune autorità britanniche, tra cui quattro ispettori del ministero dei trasporti arrivati dall’Inghilterra, dove alcuni media si spingono a ipotizzare scenari inquietanti mettendo in collegamento il naufragio con l’incidente mortale di Stephen Chamberlain, ex top manager della multinazionale informatica Autonomy, assolto negli Usa in un processo per frode come il fondatore della società Mike Lynch, tra i dispersi di Porticello. “E’ una tragedia, sono venuto dall’ambasciata con i miei colleghi per sostenere e cercare di aiutare i cittadini britannici. Ho incontrato il prefetto, la Guardia Costiera e i Vigili del Fuoco per offrire il mio supporto nello svolgimento delle indagini e per ringraziarli per quanto stanno facendo – dice l’ambasciatore del Regno Unito in Italia, Edward Llewellyn che ha incontrato i sopravvissuti ancora sotto choc – Le indagini sono condotte dalle autorità italiane, noi abbiamo mandato i nostri ufficiali da parte del Regno Unito. La situazione è particolarmente toccante”.
Tra i superstiti ci sono le hostess di bordo Leah Randall, sudafricana di 20 anni, e Kaja Chichen, tedesca di 22 anni. “Siamo vive per miracolo” sussurrano. Poi una delle due entra nella toilette del resort per asciugarsi le lacrime: “E’ stato terribile”. Anche loro sono state sentite dai magistrati della Procura di Termini Imerese che nel pomeriggio si sono recati nella struttura alberghiera per ascoltare il racconto dei sopravvissuti, a partire dal comandante del veliero, il 51enne neozelandese James Calfield.
La Procura, che ha aperto una inchiesta sul naufragio, potrebbe acquisire anche un video, ripreso dalle telecamere di una villa che si trova davanti al luogo del naufragio della Bayesian, in cui si vede lo yacht mentre cola a picco. “In appena sessanta secondi – racconta il proprietario della villa – si vede che la nave sparisce. Si vede benissimo quello che succede. Per l’imbarcazione non c’è stato nulla da fare. È sparita in pochissimo tempo”.
Gli speleo sub dei vigili del fuoco che sono appena entrati nel Bayesian si sono trovati davanti “una Concordia in piccolo”. Dopo la prima immersione dei sommozzatori, effettuata nella giornata di ieri e nel corso della quale è stato recuperato un corpo che era all’esterno della nave, è il responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, a spiegare le prossime fasi delle ricerche e le difficoltà che i pompieri stanno incontrando, a partire dai tempi di immersione, che sono molto stretti. Le squadre, spiega Cari, “sono composte da 2 speleo sub che devono affrontare difficoltà notevoli.
A quella profondità infatti, possono rimanere sott’acqua per 12 minuti massimo, di cui due servono per scendere e salire. Dunque il tempo reale per poter effettuare le ricerche è di 10 minuti a immersione”. Ma questo è solo uno dei problemi. “È una Concordia in piccolo – dice Cari – all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare, così come è molto difficile trovare dei percorsi alternativi”.
Al momento i sub sono riusciti a ispezionare il solo ponte di comando, “che è pieno di cavi elettrici”, e non hanno trovato nessuno in quella zona. Dall’esterno non si riesce a vedere nulla dentro lo yacht e dunque al momento non è stato individuato alcun corpo. I vigili del fuoco, dice ancora Cari, dopo esser entrati da una scaletta nel salone stanno ora cercando di trovare il punto migliore per entrare e lavorare in sicurezza. “Abbiamo individuato una vetrata dalla quale potremmo entrare. Ma è chiusa dall’interno e spessa 3 centimetri, dunque dobbiamo riuscire a rimuoverla e poi potremmo avanzare meglio all’interno”. (Ansa)
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