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il dibattito

Corigliano-Rossano, entro fine mese si saprà il destino dell’insediamento Nuovo Pignone BH

Convocata per il 31 agosto una Conferenza dei capigruppo consiliare: invitati anche Autorità portuale, azienda e sindacati. Due le possibili soluzioni

Pubblicato il: 20/08/2024 – 18:14
Corigliano-Rossano, entro fine mese si saprà il destino dell’insediamento Nuovo Pignone BH

CORIGLIANO-ROSSANO  Il caso istituzionale, nato attorno all’insediamento di Nuovo Pignone Baker Hughes a bordo banchina nel Porto, potrebbe essere ad un punto di volta. Una decisione concreta e reale sul da farsi potrebbe maturare a breve. Sarebbe stata convocata per il prossimo sabato 31 agosto, infatti, una Conferenza dei Capigruppo consiliare straordinaria con un unico punto all’ordine del giorno, proprio per discutere della questione. Da quanto se n’è saputo, in realtà, quello di fine mese non dovrebbe essere un incontro interlocutorio, piuttosto un’occasione per mettere sul tavolo – concretamente – nuove soluzioni che potrebbero conciliare con l’investimento dell’azienda. Questo, almeno, stando alle intenzioni e agli auspici del sindaco Stasi e della sua Maggioranza. Alla riunione, infatti, sono stati invitati a partecipare, oltre ai capigruppo che siedono in Consiglio Comunale, anche i sindacati, il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, e il management della società investitrice.

Il progetto Baker Hughes

Emerge un dato. Nessuno, Amministrazione Comunale in primis, vorrebbe perdere l’importante investimento di quasi 60 milioni di euro e che potrebbe generare fino a 200 posti di lavoro che BH ha in mente per il porto di Corigliano-Rossano. L’esecutivo, però, vorrebbe dettare le regole del gioco anche dopo aver capito che la proposta alternativa prospettata alla società toscana, quella – cioè – di insediare la nuova impresa metalmeccanica nel retroporto e quindi nella zona industriale, non è stata assolutamente presa in considerazione dai vertici aziendali. A Nuovo Pignone BH serve un porto per realizzare a bordo banchina l’assemblaggio, la verniciatura e l’imbarco diretto delle mega-infrastrutture industriali prodotte. Tutte le altre soluzioni sarebbero fuori dal piano di investimento. Prima che tutto sfumi, però, (la multinazionale è pronta a mollare gli ormeggi per approdare in un altro porto), si cerca di correre ai ripari, prendere altro tempo ed evitare che la città perda un investimento strategico per il futuro sviluppo dell’intera Calabria del nord-est. E di questo ne sono consapevoli tutti, soprattutto l’Autorità portuale che attraverso questa operazione riuscirebbe a mettere a sistema una infrastruttura rimasta improduttiva per oltre 50 anni. Non a caso le parole dell’ammiraglio Agostinelli, intervistato dall’Eco dello Jonio nei giorni scorsi, sono state dal tono conciliante e volte a superare tutte le divergenze per arrivare ad una soluzione concreta.

Le due soluzioni

Ed è proprio di possibili soluzioni che l’Amministrazione comunale vorrà parlare il prossimo 31 agosto. Quando, per quanto se n’è saputo, il Sindaco e la Maggioranza porteranno sul tavolo due soluzioni. E – questa la notizia – nessuna delle due esclude l’insediamento all’interno del porto. La prima soluzione che dovrebbe essere prospettata sarà quella di insediare l’intera produzione di BH Nuovo Pignone all’interno del porto, occupando l’intera banchina 3 e parzialmente le banchine 2 e 4 (proprio come da progetto proposto), ma per un periodo limitato di tempo. Pochi mesi o al più un anno, giusto il tempo di compiere alcuni lavori infrastrutturali. Questo perché il Comune nel ritornare a proporre all’azienda di insediare la sua produzione nel retroporto e quindi nell’area industriale, pare potrebbe impegnarsi a realizzare tutte le infrastrutture necessarie per garantire l’accesso alla darsena proprio dalla zona industriale. La seconda soluzione. L’altra ipotesi – che alla fine potrebbe essere quella meno fantascientifica almeno stando alla posizione di qualche sindacalista – è quella di prevedere un doppio insediamento. All’interno del porto installare tutte le componenti di produzione necessarie alle finalità di “bordo banchina” e trasferire nella zona industriale o in un altro luogo fuori dal porto tutti gli altri insediamenti a servizio (esempio: uffici e servizi). Questo con l’obiettivo di limitare l’espansione di BH all’interno del porto e quindi evitare l’occupazione di 10mila metri quadrati che a parere dell’Amministrazione Comunale sembrerebbero troppo “invadenti” dell’intera infrastruttura. Ora bisognerà capire quanto condivise e condivisibili siano queste due proposte e se prima del 31 agosto ci sarà un momento di confronto pubblico sull’argomento. Atteso che la vicenda Nuovo Pignone BH o, meglio, la Questione Porto, ogni giorno di più sta mostrando una separazione netta tra quelle che sono le volontà dell’Amministrazione Comunale e del comitato civico a difesa del porto ed il resto della popolazione che, con il passare dei mesi, sembra essere sempre più propenso a creare le basi per l’investimento industriale. A riguardo, si stanno formando nuovi comitati spontanei dei cittadini (per il momento solo sui social) per chiedere a gran voce all’Amministrazione comunale di non perdere questo treno importantissimo che – come dicevamo – potrebbe innescare una reazione a catena capace di sbloccare la forza produttiva della città e del territorio che stanno attraversando il periodo più nero della loro storia. (Eco dello Jonio)

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