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A Camigliati “Il Volo”di Wenders, invisibile film di promozione della Calabria. E la fiction su Riace resta congelata dalla Rai

Le proiezioni pubbliche in Calabria si contano sulle dita di una mano. Tutto tace in casa Rai sul prodotto audiovisivo dedicato al sindaco di Riace

Pubblicato il: 21/08/2024 – 10:44
di Paride Leporace
A Camigliati “Il Volo”di Wenders, invisibile film di promozione della Calabria. E la fiction su Riace resta congelata dalla Rai

COSENZA L’occasione è da non perdere. Giovedì prossimo, alle 17, nella sempre accogliente sede del Parco Letterario “Old Calabria” in Sila si potrà vedere, ammirare, riconsiderare il mediometraggio “Il Volo” realizzato in Calabria nel 2010 dal maestro del cinema Wim Wenders. Opera da non dimenticare per l’occhio registico illuminante che ha saputo imprimere con innovative tecniche digitali per l’epoca il nuovo che avanzava sulle coste calabresi joniche prodighe di accoglienze ai migranti tra Badolato e Riace. Come nel tempo andato seguirà dibattito, e che dibattito, considerato che a prendere parola saranno illustri protagonisti di quella stagione a partire da Mimmo Lucano, oggi parlamentare europeo a furor di voto, Agazio Loiero il quale da presidente della Regione con decisionismo coraggioso finanziò generosamente l’opera per promuovere una Calabria differente e aggiungerà riflessioni adeguate alla discussione anche un principe della ricerca sociale come il docente universitario Mimmo Cersosimo che di Loiero fu anche assessore di stretta fiducia.

Win Wenders e Mimmo Lucano

Bisogna essere grati alla sensibilità civile di Mirella e Maurizio Barracco perché riusciremo a vedere un’opera audiovisiva importante e nodale. Non possiamo adoperare il “rivedere” perché “Il volo” di Wenders purtroppo è spesso citato ma per questioni gestionali e produttive e’ stato visto e fruito molto poco privando cinefili e pubblico generalista della possibilità di valutare l’opera firmata da Wenders, montata da un tecnico raffinato come Roberto Perpignani, ultima interpretazione di Ben Gazzarra doppiato da Giancarlo Giannini, e nel cast si aggiunge che figura anche Luca Zingaretti e ulteriori componenti autorevoli e autoriali in mezz’ora di immagini che mostrano l’altra faccia dell’accoglienza.
Pochi addetti ai lavori capimmo però che si stava sprecando una grande occasione. All’epoca della prima uscita concordai molto con l’illuminante previsione da Cassandra scritta da Gabriele Niola su “Making off”: “Il Volo è troppo corto per andare al cinema da solo, troppo lungo per accompagnare i lungometraggi e troppo in 3D per andare in televisione”. Ottima intenzione ma scarsa capacità di prospettiva da parte di una committenza pubblica all’epoca priva di strumenti e dirigenti capaci di comprendere come si diffonde l’immagine e il messaggio di una Calabria diversa. Presentare un’anteprima al Festival di Berlino sarà prestigioso per il red carpet ma non basta. De “Il volo” di Wenders le proiezioni pubbliche in Calabria si contano sulle dita di una mano, e in Italia le poche visioni si devono a situazioni militanti. Purtroppo ho potuto verificare di persona che la Calabria film Commission dell’epoca non si preoccupò dei diritti, della distribuzione e persino di conservare nel suo archivio una copia dell’opera.
La proiezione-dibattito di Camigliati è molto meritoria perché mostra l’opera invisibile e ne può discutere valore e riuso. Non è un caso che tutto questo accade nel sito dove sorge “La nave della Sila ” progetto concepito da Maurizio e Mirella Barracco e affidato alla curatela di Gian Antonio Stella per raccontare in forma museale narrante l’emigrazione di massa dei calabresi nel mondo per poi nel 2013 (tre anni dopo la riflessione wendersiana) allargare la visuale alle nuove migrazioni del mondo verso la Calabria raccontando i nuovi viaggi della speranza attraverso mari e deserti utilizzando anche la voce di Erri De Luca che recita il suo “Cimitero di Lampedusa” a corredo di otto minuti di immagini e storie migranti.
Ogni lavoro di Wim Wenders è punto luminoso della storia del cinema non solo per qualità estetica ma per la profonda riflessione che l’autore riesce a dare alle evoluzioni della settima arte. Questione non esente da “Il volo” in cui l’autore, oltre a mettere in discussione il proprio ruolo nell’opera, sceglie di adottare tecniche innovative per l’epoca, adoperando per la prima volta il 3D in una docufiction d’autore, tecnologia a quel tempo in voga solo per l’animazione e il genere “action”. Che la profezia tecnica espressa da Wenders nel Volo con il senno del poi si sia dimostrata completamente sbagliata sarebbe elemento utile di discussione della moderna civiltà delle immagini così tanto studiata e scandagliata in campo e controcampo da uno dei padri del nuovo cinema tedesco. A Camigliati credo però prevarrà l’argomento politico e la stretta connessione al cinema come strumento di “promozione“. Conoscendo la qualità intellettuale dei relatori auspico che non si pigi troppo il tasto dell’esultanza ma si sappia riflettere sull’occasione molto sprecata dal cinema pubblico calabrese , che solo di recente ha saputo trovare una vincente capacità di autonomia produttiva.
Auspicabile anche che a “Old Calabria” si approfitti per tornare a ricordare che un altro prodotto audiovisivo dedicato a Mimmo Lucano non sia mai stato visto da nessuno. Mi riferisco alla fiction Rai “Tutto il mondo è paese” con protagonista Beppe Fiorello pagata ai produttori ma congelata in magazzino a causa delle vicende giudiziarie che videro Mimmo Lucano condannato in primo grado a 13 anni per reati molto gravi e che oggi sono stati quasi azzerati dalla sentenza d’appello. La novità non ha portato cambiamenti nei palinsesti. Lucano è tornato ad essere sindaco di Riace ed è diventato parlamentare europeo ma la fiction a lui dedicata nessuno la può vedere. L’esemplificativa storia di un nuovo modello di accoglienza dei migranti a Riace sullo schermo ha la maledizione di non riuscire a diventare racconto universale.
(redazione@corrierecal.it)

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