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Il giro di droga nella Piana e la “paura” del carcere. «Rischiamo l’associazione»

Un indagato dell’inchiesta “Fata Verde”, intercettato, rivela degli investimenti di Alvaro e Violi. «Hanno soldi che gli escono da tutti i lati»

Pubblicato il: 21/08/2024 – 17:31
Il giro di droga nella Piana e la “paura” del carcere. «Rischiamo l’associazione»

REGGIO CALABRIA «Qua rischiamo un’associazione, sai che vuol dire? (…) quattro, cinque là ci buttano una associazione». La paura era tanta e fondata. Ne era consapevole Marcello Spirlì, indagato nell’inchiesta “Fata Verde” della Dda di Reggio Calabria. Le frasi contenute nelle conversazioni captate, secondo gli investigatori, confermerebbero la «tesi circa la sussistenza di una stabile associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti». «Lo stesso Spirlì difatti manifestava espressamente la possibilità di essere considerati giudizialmente responsabili del reato associativo, con la conseguente applicazione di una pena esemplare», si legge nelle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 11 persone, 14 in totale gli indagati. Ma non solo. Spirlì infatti, lasciandosi andare ad esternazioni circa la natura dei traffici svolti e finanziati da Domenico Alvaro, “zi Mico”, e Vincenzo Violi, parla addirittura di «traffico di marijuana internazionale».

La droga presa dai siciliani e gli investimenti di Alvaro e Violi. «Hanno soldi che gli escono da tutti i lati»

«[…] vedi che io gli ho fatto un ‘operazione qua, di tre milioni di euro non… non ti deve uscire niente dalla bocca, allora. tre milioni di euro nonostante io avessi gli arresti domiciliari qua [..] L’hanno portata qui. Sono venuti i siciliani e se la sono portata via, gli hanno contato i soldi (inc.), tre milioni di euro, la bianca (cocaina ndr) […]a me guarda mi hanno dato un mucchio di soldi. ma loro l’intenzione che hanno neanche te lo immagini. proprio tutti contanti […] loro quando si sono messi. hanno messo cento mila euro l’uno. Vincenzo e Mico ed hanno soldi che gli escono dalle orecchie, con questa ora, loro stanno facendo la prova proprio per vedere (inc.) con duecento mila euro hanno iniziato ed hanno soldi che gli escono da tutti i lati, hai capito?».
«Hanno soldi che gli escono da tutti i lati», rivela Spirlì parlando di Alvaro e Violi, secondo l’accusa «promotori, finanziatori, organizzatori» del giro illecito.
E riscontrando la sussistenza di una macchina organizzativa più complessa e ben oleata, Spirlì, si legge nell’ordinanza, «elogiava le potenzialità economiche e il giro d’affari del Violi e dell’Alvaro, capaci di assicurare il piazzamento immediato sul mercato degli stupefacenti prodotti dalla piantagione illecita e il conseguente pagamento in contanti delle importanti somme spettanti ciascuno pro quota». Ma non solo. L’indagato va oltre e racconta di un affare condotto dai due in passato per la somma di 3 milioni di euro, nell’ambito del quale «aveva guadagnato una 100mila euro per il solo fatto di aver dato la disponibilità di effettuare presso casa sua lo scambio di un ingente quantitativo di cocaina, venduta a dei “siciliani” che si erano lì recati appositamente».

Il «traffico di marijuana internazionale»

I timori, come raccontano le conversazioni tra Spirlì e Marcello Barone, erano molti. Secondo il ragionamento dello Spirlì la vendita di un unico carico per il totale della sostanza stupefacente avrebbe aumentato i rischi di essere accusati non solo di spaccio di droga ma anche di «traffico di marijuana internazionale», così «confermando l’ingente quantità di stupefacente oggetto della produzione. E nel medesimo contesto «anticipava che il trasporto sarebbe avvenuto per mare, con una barca proveniente dalla Sicilia e più precisamente da Palermo, confermando che quella era la prassi con cui il gruppo criminale lavorava usualmente». «…non ci vuole niente che tutto un tratto restiamo a occhi pieni e mani vuote, che non sia mai ti prendono con un quantitativo di quelli dentro… che manco i cani che ti succede! Eh traffico di marijuana internazionale, sai che vuol dire! E Dio che ci liberi se ti prendono con duecento chili trecento chili ti spaccano il culo, acchiappi quindici anni e ti mettono spaccio pure, traffico e spaccio, ti ficcano tutti gli articoli poi, chi più ne ha più ne metta». (m.r.)

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