COSENZA «Con tutto il rispetto che si deve alla tortuosa vicenda dell’Amaco, non si può fare a meno di paragonarla alla favola di Pinocchio che non voleva la medicina mentre i dottori discutevano a vanvera, finché è sopraggiunta la salvezza di una cura suadente della Fata turchina. Anche qui si è perso troppo tempo, inutilmente e aspettando un Godot che non arriva»: lo scrive la consigliera comunale Bianca Rende.
«Così – aggiunge Rende – la Regione e altre corresponsabilità finora hanno fatto come “i medici” ciarlieri sulla urgenza di una terapia che tarda, a danno della sopravvivenza di un servizio di mobilità degno di una “città unica”, a servizio di giovani studenti e pensionati che non possono permettersi un’automobile. Senza un servizio di mobilità degno di un capoluogo, Cosenza arretra ancora al rango di una “mezza città”, arretrata perché immobile».
Secondo Rende «non è più tollerabile che la Regione resti muta rispetto ad una vicenda che interessa ben 130 lavoratori con le loro famiglie, che dobbiamo solo ringraziare per lo spirito di responsabilità finora dimostrato. Ma, ripetendo ciò che ho già dichiarato in consiglio comunale, i curatori fallimentari fanno il loro lavoro e perseguono il loro interesse. Quanto mai fallace appare poi che possa giungere la soluzione da un’amministrazione giudiziaria che ha ben altre finalità! La politica torni a fare la politica e offra quelle indicazioni chiare, che i cittadini e lavoratori attendono ormai da troppo tempo», conclude.
Amaco, asta deserta. Tutto da rifare e si prosegue in proroga
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