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Da “Reguli i ndrina” a “Ricordi i nu sequestratu”: le canzoni di ‘ndrangheta spopolano sul web

Per alcuni semplice “folklore”, per altri musica inneggiante: i video sulla mafia calabrese che fanno migliaia di visualizzazioni

Pubblicato il: 22/08/2024 – 14:04
Da “Reguli i ndrina” a “Ricordi i nu sequestratu”: le canzoni di ‘ndrangheta spopolano sul web

Canzoni dedicate ai latitanti, alla ‘ndrangheta e all’onorata società. Alcune neomelodiche, altre che riprendono il ritmo tipico della musica tradizionale calabrese. Centinaia di migliaia di visualizzazioni e commenti che esaltano gli ‘ndranghetisti come «uomini d’onore che portano rispetto e vanno rispettati». Mentre nelle piazze vengono annullati concerti di cantanti criticati per i testi legati al mondo della malavita, spopolano liberamente sui social (soprattutto su Youtube) interi album e canzoni dedicate alla criminalità calabrese. E mentre Meta, l’agenzia che controlla Facebook e Instagram, ha da poco introdotto la possibilità di segnalare per “criminalità organizzata” (ricevendo i complimenti della presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo), sulla piattaforma di proprietà di Google restano ancora facilmente fruibili le canzoni sulla ‘ndrangheta.

Migliaia di visualizzazioni

La canzone “’Ndrangheta, camurra e mafia”, pubblicata nel 2018, conta quasi 600 mila visualizzazioni. Altri “soundtrack” riprendono gli album numerati della ‘ndrangheta, gli stessi richiesti in carcere – come emerso dall’inchiesta habanero – dal presunto boss delle Preserre Francesco Capomolla. All’interno singoli come “Reguli i ‘ndrina”, “Ricordi i nu sequestratu” e “A società furmata”, tutte facilmente riproducibili online. Anche qui le visualizzazioni raggiungono quota 40 mila. Nei commenti, alcuni risalenti ad anni fa ma ancora ben visibili, c’è chi approva, chi esalta la Calabria, ma anche chi parla di ‘ndranghetisti come «uomini d’onore» che «non fanno chiacchiere», ovvero che tengono la bocca chiusa. Tra le decine di commenti anche chi protesta per le canzoni e lancia un monito: «Chi fa questa vita finisce o ucciso o carcerato».

LEGGI ANCHE: Cd sulla ‘Ndrangheta e “santini”: le richieste (dal carcere) di Capomolla. «Li trovi al mercato di Vibo»

Folklore o musica inneggiante?

Se c’è chi condanna la musica di questo tipo, ritenendo che inneggi alla ‘ndrangheta, c’è anche chi la difende sostenendo sia solo “folklore calabrese”. Musica popolare basata sulla tradizione della regione, dal brigantaggio di epoca storica alla malavita di oggi. «Le mie canzoni si ispirano alla tradizione della Calabria, non alla ‘ndrangheta» si difese Teresa Merante, una delle cantanti calabresi finite nel polverone per le critiche ad alcuni suoi testi, aggiungendo che «non c’è differenza con le fiction che parlano di mafia». Altri, invece, sottolineano l’assenza di riferimenti alla criminalità in canzoni che si limitano a parlare di storie “romantiche” o di brigantaggio di tempi lontani. Ma mentre si discute sull’opportunità o meno di far esibire i cantanti nelle piazze, su internet sono facilmente fruibili le canzoni di artisti “sconosciuti” apertamente inneggianti alla ‘ndrangheta e alla “onorata società”. Le stesse vengono poi utilizzate su altri social come TikTok, spesso associandoli a immagini che richiamano riti e cultura ndranghetista.

Polemiche e concerti annullati

L’ultima polemica al riguardo si è accesa a Cetraro, dove alcuni esponenti della società civile, tra cui il parroco e partiti locali, hanno protestato per l’organizzazione di un concerto di Salvatore Benincasa, cantante neomelodico che avrebbe nel suo repertorio, secondo i protestanti, testi inneggianti alla ‘ndrangheta. A suonare come beffa anche la contemporaneità dell’evento con la proiezione, sempre a Cetraro, del film su Giannino Losardo, il sindaco comunista ucciso dalla criminalità organizzata nel 1980. Un caso che richiama quelli della già citata Teresa Merante e Andrea Zeta (nome d’arte per Filippo Zuccaro), quest’ultimo figlio di un boss della mafia al quale è stato vietato di esibirsi pubblicamente nel Vibonese. (Ma.Ru.)

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