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Le apparizioni, i miracoli, la beatificazione: cento anni fa la nascita di “Mamma” Natuzza

Da piccola non venne creduta dalla Chiesa e fu inviata in manicomio. Oggi la sua “casa” sarà elevata a Santuario

Pubblicato il: 23/08/2024 – 7:19
Le apparizioni, i miracoli, la beatificazione: cento anni fa la nascita di “Mamma” Natuzza

VIBO VALENTIA «Quando l’ho vista le ho detto “Vergine Santa, come vi ricevo in questa casa brutta?”. Lei mi ha risposto: “Non ti preoccupare, ci sarà una nuova casa”». Un paesino di circa 2000 abitanti, una famiglia “povera”, l’infanzia passata ad accudire i propri fratelli dopo la partenza del padre in Argentina: cento anni fa, il 23 agosto 1924, nasceva “Mamma” Natuzza Evolo, la mistica vibonese famosa per le apparizioni e i miracoli attribuiti a lei dalle centinaia di fedeli che l’hanno incontrata. Incontri “spirituali” che hanno riavvicinato alla fede persone provenienti da tutta Italia. Oggi, 15 anni dopo la sua morte avvenuta l’1 novembre, la chiesa voluta da Natuzza a Paravati verrà elevata a Santuario.

La storia: le prime apparizioni e il manicomio

I primi fenomeni paranormali iniziano già da bambina, ma è dagli anni ’40 che inizia a diffondersi la voce delle sue esperienze mistiche. Dal 1939 e per ogni anno nel periodo pasquale, sul corpo di Natuzza iniziano ad apparire le stimmate: «Gesù mi ha detto “Mi appoggio a te” e mi uscì il primo buco». Le ferite su polsi e caviglie, la sofferenza, ma anche la forza di «accettare sempre con rassegnazione e con amore» il dolore sulla propria pelle. La prima apparizione avviene quando era ancora piccola, ma per due anni non ne parlerà con nessuno. La comparsa di una croce sulla sua spalla renderà il “segreto” impossibile da mantenere. In poco tempo, nel paesino di Paravati, inizia a girare la voce di una bambina “prediletta” da Dio, ma ad avere dubbi è proprio la Chiesa. A soli 16 anni, un gruppo di sacerdoti applica su di lei un rito esorcista. Dopo, su consiglio dei superiori, Natuzza viene isolata e inviata nel manicomio di Reggio Calabria.

Le esperienze mistiche

Apparizioni, stimmate, il dono dell’ubiquità: sono in tanti a testimoniare sui miracoli di Natuzza, capace di rendere sul suo corpo o con il suo sangue anche emografie cristiane raffiguranti il volto di Gesù, croci e scritte in ebraico poi tradotte dalla stessa mistica. La capacità di parlare più lingue, nonostante non avesse frequentato la scuola, fosse analfabeta e nella sua quotidianità parlasse principalmente in dialetto calabrese. «Io ripeto solo quello che mi dice l’angelo» ha raccontato in una delle interviste.  Centinaia di persone ricevute al giorno per parlare e pregare, da molte di loro la testimonianza di aver individuato o curato malattie grazie a lei. Nelle sue preghiere l’intenzione di voler edificare una «grande casa» alla Madonna «sia per i vivi che per i morti» e che chiamerà “Cuore immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, per cui lei stessa metterà la prima pietra nel 2002.

Oggi la Chiesa diventa Santuario

Nel 2009 Natuzza Evolo muore a 85 anni il giorno della festa di Ognissanti, proprio come aveva predetto pochi anni prima. Oltre 30 mila persone, provenienti da tutta Italia, parteciparono al suo funerale per l’ultimo saluto. Già nel 2014 si è dato via all’iter per richiedere la beatificazione della mistica vibonese, processo che si è aperto cinque anni più tardi. Gli ultimi anni della sua vita “Mamma” Natuzza li ha trascorsi senza poter incontrare i suoi “figli” a causa delle condizioni precarie di salute. «Non ho paura di morire, mi abbraccio serenamente con Gesù e sono felice. Vorrei fossero tutti felici come me». Un’intera vita dedicata ai suoi devoti all’insegna dell’umiltà, della fede e dei sacrifici. (Ma.Ru.)

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