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Dulbecco, Cisl Medici: «Sull’atto aziendale una montagna di incoerenze»

Accorinti: «Troppa approssimazione rischia di influenzare l’implementazione e la sostenibilità dei servizi sanitari»

Pubblicato il: 27/08/2024 – 9:25
Dulbecco, Cisl Medici: «Sull’atto aziendale una montagna di incoerenze»

CATANZARO «La fusione per incorporazione dell’ex “Pugliese Ciaccio” nell’AOU “Mater Domini” poi denominata “Renato Dulbecco” avviata con la legge 33/2021 ed il recente atto aziendale deliberato dall’attuale management, hanno decretato innegabilmente l’inizio “dell’estinzione” della sanità ospedaliera e dell’ex ospedale regionale di Catanzaro, punto di riferimento ancor oggi dei pazienti calabresi». A dirlo è l’esponente è il dottor Nino Accorinti della Cisl Medici Calabria.
«La riduzione della maggior parte delle strutture complesse ospedaliere, oltre venti, con penalizzazione delle legittime aspettative di carriera dei medici – continua Accorinti – avverrà nell’arco di un triennio in virtù di prossimi pensionamenti dei direttori o scadenze di contratti. Una prospettiva di violenza riorganizzativa che porterà alla “clinicizzazione” massiccia delle strutture ospedaliere.
In tanti sapevano e sono tuttora consapevoli. Lo sapevano il Direttore Amministrativo ed il Direttore Programmazione e Controllo ex “Pugliese” che hanno partecipato a riunioni informali presso il Dipartimento Tutela della Salute nel 2022. Lo sanno bene il Commissario Straordinario dell’AOU ed il Commissario ad acta ma nessuno ha pensato e pensa di limitare la subordinazione delle necessità assistenziali a logiche di parte». «Con l’approvazione dell’atto aziendale – afferma ancora il sindacalista – il management sta mettendo in atto una programmazione incoerente, basata più su posizioni individuali, priva di criteri trasparenti, di efficienza ed efficacia pratica, tanto da essere eluso il fine istituzionale di garantire una più concreta tutela della salute. Basta citare alcune illogicità, come l’inserimento dell’Unità Spinale nel Dipartimento ad Attività Integrata dei Servizi insieme alla Medicina Legale ed alla Farmacologia, tutte universitarie. Infatti, come definito dalle linee guida interministeriali per le attività di riabilitazione l’Unità Spinale non è un servizio bensì una U.O. con degenza destinata all’assistenza dei soggetti con lesioni midollari di origine traumatica e non, quindi un reparto ad alta intensità di cura. Altra perplessità, sia dal punto di vista organizzativo che gerarchico, è l’inserimento nel Dipartimento Assistenziale di Neuroscienze-2 della SOD Radiologia Interventistica Endovascolare, che è stata separata irragionevolmente dal Dipartimento Assistenziale di Diagnostica per Immagini, salvo poi specificare nelle note che è “funzionale ad attività multidisciplinari già operative”».
«Ma non è finita. L’inserimento in alcuni Dipartimenti Integrati di strutture ospedaliere allocate in Presidi diversi e, viceversa, di strutture universitarie in Dipartimenti assistenziali pone dei seri problemi in merito alla continuità assistenziale – evidenzia Accorinti – come le guardie e le reperibilità che il CCNL 2019/2021 consente solo nello stesso presidio. Tutti questi aspetti già segnalati al management aziendale, ed altri ancora, denotano una visione miope della pianificazione aziendale di quello che dovrebbe essere il più grande polo sanitario del Mezzogiorno, ma che con le attuali scelte organizzative e la depauperazione di strutture complesse, al contrario di altre aziende che ne incrementano la crescita e la qualità, si avvia a diventare un polo sanitario di scarso richiamo.
Troppa approssimazione nella gestione aziendale – conclude l’esponente della Cisl Medici – rischia di influenzare l’implementazione e la sostenibilità dei servizi sanitari nonché la risposta ai bisogni di salute della popolazione».     

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