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Vaiolo delle scimmie, ecco il piano dell’Oms. Ma servono 135 milioni di dollari

«Le epidemie di mpox possono essere controllate e fermate»

Pubblicato il: 27/08/2024 – 13:40
Vaiolo delle scimmie, ecco il piano dell’Oms. Ma servono 135 milioni di dollari

ROMA Prevenzione attraverso i vaccini, controllo della trasmissione grazie alla sensibilizzazione delle comunità, risposta alla malattia in base a precise linee guida.
Sono i pilastri del piano strategico globale lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità per fermare le epidemie di mpox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie, attraverso sforzi coordinati a livello globale, regionale e nazionale. Il piano fa seguito alla dichiarazione di emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Oms lo scorso 14 agosto. Il piano di preparazione e risposta, si legge sul portale dell’organizzazione, «è soggetto ai contributi degli Stati membri e copre il periodo di sei mesi da settembre 2024 a febbraio 2025, prevedendo un fabbisogno di finanziamenti di 135 milioni di dollari per la risposta da parte dell’Oms, degli Stati membri, dei partner tra cui i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, delle comunità e dei ricercatori». A breve verrà lanciato un appello per trovare i finanziamenti necessari a realizzarlo.
Il documento si concentra sull’implementazione di strategie di sorveglianza, prevenzione, prontezza e risposta in base alle linee guida; sulla promozione della ricerca e dell’accesso equo a contromisure mediche come test diagnostici e vaccini; sulla riduzione al minimo della trasmissione da animale a uomo e sulla responsabilizzazione delle comunità affinché partecipino attivamente. Gli sforzi di vaccinazione si concentreranno sugli individui a più alto rischio, compresi i contatti stretti di casi recenti e gli operatori sanitari, per interrompere le catene di trasmissione.
«Le epidemie di mpox nella Repubblica Democratica del Congo e nei paesi limitrofi possono essere controllate e fermate», ha affermato Tedros Adhanom, direttore generale dell’Oms. «Per farlo – aggiunge – è necessario un piano d’azione completo e coordinato tra agenzie internazionali e partner nazionali e locali, società civile, ricercatori e produttori e i nostri Stati membri». (Ansa)

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