Saranno due le atlete calabresi che prenderanno parte ai Giochi Paralimpici di Parigi al via oggi (la chiusura è prevista per l’8 settembre). Si tratta di Anna Barbaro che gareggerà nel Triathlon e Raffaela Battaglia, che sarà protagonista nel Sitting Volley.
Nata a Melito Porto Salvo, nel Reggino, nel 1985, Anna Barbaro nel Triathlon può vantare un secondo posto ai Giochi di Tokyo 2020, un altro secondo posto ai Campionato Mondiali di Abu Dhabi nel 2021 e due terzi posti agli Europei di Tartu nel 2018 e Valencia nel 2019. «Lo sport mi ha aiutato a riprendere in mano la mia vita quando, a 25 anni, ho perso la vista a causa di un virus», afferma nella sua nota di presentazione l’atleta calabrese sul sito del comitato paralimpico. Anna Barbaro si è avvicina al triathlon perché è una disciplina che si svolge all’aperto. Afferma che la persona più importante del suo percorso sportivo è il padre «perché è lui che per la prima volta mi ha tolto dalla poltrona e mi ha portato in una piscina». «Del triathlon – prosegue – amo il senso di libertà che mi dà, il divertimento che provo a praticarlo». Tra i suoi idoli sportivi ci sono Pietro Mennea e Gino Bartali, «tra quelli del presente la mia guida a Tokyo Charlotte Bonin e Zlatan Ibrahimovic». Terminata la carriera agonistica vorrebbe poter continuare ad alimentare la passione per lo sport e trasmetterla a tanti bambini e a tutte quelle persone con disabilità che si trovano chiuse in casa. Alle Olimpiadi di Parigi «sicuramente farò il segno della croce – ammette – e abbraccerò Charlotte, quindi penserò a mia figlia»
Anche Raffaela Battaglia è nata a Melito Porto Salvo, nel 1990. Nel Sitting Volley ha ottenuto un sesto posto ai Giochi di Tokyo 2020, due secondi posti agli Europei di Budapest e Kemer nel 2019 e 2021 e un primo posto a Caorle nel 2023. «Il ricordo sportivo più emozionante – dice di sé – è sicuramente la qualificazione ai Giochi di Tokyo e quella per Parigi». Nata con un’agenesia alla mano sinistra, Raffaela Battaglia ritiene che la disabilità per prima cosa vada accettata, ma anche mostrata con orgoglio. Di questa disciplina è una veterana: «Ho sempre praticato pallavolo, poi quando il sitting volley è arrivato in Italia sono stata contattata per provarlo. Da allora non l’ho più lasciato». Nella vita Raffaela lavora come educatrice in un asilo nido. Confessa di fare un gesto scaramantico prima delle partite: «Con la mia compagna, al momento del saluto, ci mettiamo sempre negli ultimi posti della fila». (redazione@corrierecal.it)
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