COSENZA Il deputato calabrese di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi interviene sulla vicenda, riportata ieri dal Corriere della Calabria, del detenuto nel carcere di Catanzaro Mario Francesco coinvolto e condannato nell’ambito del processo che ha fatto luce sulla morte di Liberata Martire, 43enne uccisa a colpi di fucile il 30 gennaio del 2007 nella sua casa di via degli Stadi a Cosenza. L’uomo ha scritto al magistrato di sorveglianza, al Garante regionale dei detenuti e alla nostra redazione per denunciare le sue gravi condizioni di salute.
«Gentile direttore – scrive oggi Antoniozzi al Corriere della Calabria – ho letto l’accorato appello del signore detenuto a Catanzaro per avere commesso un omicidio e che verserebbe in gravi condizioni di malattia. Ovviamente non posso dire nulla sul piano giuridico ma, peraltro conoscendo la professionalità del suo difensore, mi riservo di interrogare il ministro Nordio sulla vicenda. Ciò perché il concetto di espiazione della pena deve essere compatibile con quei sistemi umanitari che la nostra Costituzione prevede e garantisce. Anche se si tratta di un omicida (aggiungerei soprattutto). E’ questa la differenza che passa tra le democrazie liberali e i regimi dittatoriali. Per cui attenderò le prossime settimane, in previsione di possibili provvedimenti delle autorità giudiziarie cui va la mia fiducia e poi chiederò eventualmente al ministro di verificare tutta la vicenda. La pena è questione che spetta ai giudici, anche nella esecuzione, ma è fin troppo ultroneo comprendere che essa va poi applicata in compatibilità con quei principi già descritti. Che nulla tolgono al dolore e al diritto della parte civile di avere giustizia. Lo dico da liberale che crede fermamente nella Costituzione più bella del mondo. Grazie»
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