MENDICINO «Le birre sono come le donne: c’è quella meglio, quella peggio, ma in fondo sempre tutte da provare». A scriverlo in un post (poi cancellato) di facebook è Albino Mosciaro, assessore alle Attività Economiche e Produttive, delle Associazioni di Volontariato, delle Fiere e di Sport e Salute del comune di Mendicino, nel Cosentino. A scagliarsi contro di lui è il consigliere comunale Luciano Luciani che chiede al primo cittadino Irma Bucarelli di «dimissionare» l’assessore per le sue affermazioni «contro le donne». Mosciaro aveva postato il suo pensiero per promuovere la “Festa della Birra” ma subito dopo lo aveva rimosso per le numerose critiche ricevute.
«Riteniamo grave – evidenzia Luciani – che le donne vengano offese nei termini riportati. Al contempo non possiamo non registrare che l’assessore fa parte di una giunta che a mio parere sta basando tutta la sua riconoscibilità sull’aggressione verbale, oltre che sul rifiuto di accettare il confronto democratico. Le parole colpiscono e fanno male molto. Le parole dell’assessore colpiscono le troppe donne che, quotidianamente, subiscono in rassegnato silenzio ignobili soprusi, piccoli e grandi, portandosi dentro per tutta la vita cicatrici tanto invisibili quanto profonde, e alle molte, troppe donne subiscono sopraffazioni. Voglio ricordare che noi dobbiamo dimostrare con i fatti quello che diciamo di essere. Non possiamo finire senza educazione, senza vergogna, ad inaugurare solo panchine rosse di ipocrisia quando queste rimangono poi senza conseguenze e atteggiamenti positivi, partecipare ai convegni, salire in cattedra, professando rispetto solo a parole. Quel rispetto che viceversa dovrebbe rappresentare il minimo sindacale di ogni relazione umana». Oltre a dimissionare l’assessore, Luciani chiede al sindaco di Mendicino Irma Bucarelli, al presidente del Consiglio comunale, al Consigliere delegato sulla violenza sulle donne e all’assessore Giordana Rossella di «non partecipare a questa manifestazione come patrocinio e di prendere una chiara posizione di condanna sulle parole dell’assessore». (f.v.)
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