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Post sessista per la Festa della birra, la sindaca di Mendicino revoca il patrocino dell’evento

La decisione di Irma Bucarelli dopo la frase shock del suo assessore. Ma poi attacca: «Indignazione a convenienza da parte degli oppositori»

Pubblicato il: 28/08/2024 – 14:19
Post sessista per la Festa della birra, la sindaca di Mendicino revoca il patrocino dell’evento

COSENZA «Non ci sono dubbi sul fatto che il mio assessore Albino Mosciaro, con la condivisione del post su “birra e donne” per la sponsorizzazione della Festa della birra, abbia commesso un grave errore dal quale come sindaco e come donna prendo le distanze insieme alla Giunta e al Consiglio comunale». Con queste parole la sindaca di Mendicino, Irma Bucarelli, replica alla polemica scoppiata in queste ore dopo il post (subito cancellato), dal sapore sessista, pubblicato sul suo profilo facebook dall’assessore Mosciaro («Le birre sono come le donne: c’è quella meglio, quella peggio, ma in fondo sempre tutte da provare»). Bucarelli tiene però a precisare che la portata della vicenda è stata «strumentalmente usata solo per attaccare la mia persona e l’amministrazione che rappresento». Della vicenda si è occupato il Corriere della Calabria, che ha dato spazio alla denuncia del consigliere comunale Luciano Luciani.
Bucarelli ha precisato che si è trattato di uno scivolone certamente non voluto, da parte dell’assessore Mosciaro, che è noto a tutti per la pacatezza del suo agire, il rispetto verso le donne e gli uomini, l’estraneità del suo pensiero da stereotipi offensivi nei confronti di chicchessia: «L’assessore si è già scusato pubblicamente – ha aggiunto Irma Bucarelli – riconoscendo l’errore, frutto di un tentativo di ironia mal riuscito e che è certamente risultato offensivo, ma non in maniera voluta e cattiva».
Una cattiveria che è invece esplosa da parte dei soliti detrattori, che continuano a infierire via social e persino a mezzo stampa nonostante l’assessore si sia dichiarato dispiaciuto e abbia chiesto comprensione, che per la Bucarelli «ha il sapore di una “indignazione a convenienza”, che non è scoppiata invece a seguito delle offese e delle diffamazioni rivolte ultimamente a mezzo social alla mia persona da parte di un ex candidato di lista avversaria, che sono andate ben oltre il sessismo e sulle quali nessuna delle voci che oggi gridano allo scandalo si è alzata in difesa della mia onorabilità di donna e di amministratore».

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