Cercare un lavoro, si sa, può essere un’esperienza non semplice, a tratti anche frustrante. Capita che un titolo non sia sufficiente, oppure di essere scartati da una selezione a causa di un CV non adeguatamente curato. Tra i fattori determinanti, in molti contesti lavorativi anche diversi fra loro, ci sono le cosiddette competenze trasversali o “soft skills”, ovvero abilità intrinseche, oppure sviluppate grazie alle varie esperienze realizzate lungo il percorso: si tratta di capacità sociali e interpersonali, di aspetti caratteriali e di attitudini che possono essere utili in contesti molto diversi tra loro. A differenza delle “hard skills”, le competenze trasversali non sono misurabili in alcun modo, ma hanno comunque un peso specifico notevole in fase di selezione e assunzione perché possono essere richieste e apprezzate in varie realtà lavorative. Anche per questo motivo, può essere molto utile conoscere le soft skills da mettere nel CV, tenendo bene a mente anche il mercato del lavoro attuale. Ne parliamo in questo articolo.
Tra le competenze trasversali per eccellenza c’è la cosiddetta comunicazione efficace. In un mondo in cui l’aspetto comunicativo assume un ruolo sempre più centrale anche in virtù della sua iperconnessione, sono sempre di più le realtà che la considerano un valore aggiunto. Con questa espressione si intende la capacità di comunicare in maniera limpida concetti, pensieri, idee, progetti e tutto quanto possa essere rilevante in un determinato contesto lavorativo. Con comunicazione efficace, però, ci si riferisce complessivamente a un nucleo di capacità che comprendono la forma scritta e quella verbale, l’abilità di presentarsi e di presentare qualcosa, per esempio un progetto, quella nel fornire feedback di qualità e nella maniera più consona, ma anche il public speaking, ovvero l’autorevolezza nella comunicazione in pubblico. Imprescindibile, in questo senso, è anche la capacità di saper ascoltare i colleghi. La persona in possesso della soft skill della comunicazione efficace, infatti, oltre a saper adattare senza fatica linguaggio e stile comunicativo al contesto e alle persone destinatarie dei messaggi, riesce anche a fare tesoro degli interventi degli interlocutori.
La comunicazione efficace è uno strumento molto utile anche per poter lavorare in team nella maniera migliore possibile. Il lavoro in team è essenziale anche nei contesti che possono apparire più “solitari”, perché è fondamentale la capacità di condivisione con i colleghi e tutte le persone con cui ci si interfaccia in ambito lavorativo. Lavorare in team significa anche sapersi confrontare in maniera costruttiva e proficua, saper gestire e distribuire in maniera lucida ed equilibrata impegni e carichi di lavoro con lo sguardo rivolto a un obiettivo comune. In un periodo in cui il lavoro può essere svolto sempre più spesso da remoto, questa soft skill non perde assolutamente di rilevanza, tutt’altro: pur cambiando il luogo fisico dal quale è possibile svolgere e completare una determinata task, per i datori di lavoro resta centrale l’obiettivo di conservare standard elevati di produttività ed efficienza e tanto dipende dalle abilità nel lavoro in team dei lavoratori. Saper essere squadra, infatti, implica accogliere senza conflitti i suggerimenti e mantenere un atteggiamento sempre propositivo e proattivo: dalle possibilità di mediazione e confronto, di gestione e risoluzione dei conflitti e dalla capacità di coordinarsi dipendono molti dei risultati di un’azienda.
Queste due competenze si legano in modo indissolubile a quelle già analizzate in questo articolo. Un buon lavoro in team, per esempio, si concretizza quando i protagonisti riescono a non adagiarsi sul ruolo degli altri, ma a essere autonomi e in grado di rispettare i propri impegni. Per farlo, sia che si operi in ufficio, sia che si operi da casa, è fondamentale saper gestire nella maniera migliore il proprio tempo: oltre a tenere bene a mente le scadenze previste per portare a termine le proprie attività nel tempo giusto senza la necessità che sia un collega a correre in soccorso, sono fondamentali spiccate doti organizzative per riuscire a identificare le reali priorità in un dato momento. Questa capacità, infatti, consente di poter dedicare il giusto impegno e la giusta quantità di tempo ai vari aspetti della vita lavorativa, fra cui pratiche e consegne. Un ambiente di lavoro con persone autonome, organizzate e responsabili ha una marcia in più, inevitabilmente.
Si cita spesso il problem solving tra le soft skills più importanti pressoché in qualsiasi ambiente di lavoro. Il lavoro, infatti, non è mai un percorso perfettamente lineare e i problemi sono all’ordine del giorno, ma la capacità di risolverli con la giusta dose di creatività, pensando come si suol dire “out of the box”, ovvero fuori dall’ordinario, è essenziale ed è sempre estremamente apprezzata da recruiter e datori di lavoro. Le competenze connesse al problem solving sono innanzitutto quelle logiche e analitiche: senza di esse, di fatto, non si può essere dei bravi “problem solver”. Ma se il primo modo per affrontare un problema è analizzarlo in maniera lucida e approfondita, non meno utile è anche saper fare brainstorming alla ricerca di potenziali soluzioni e individuare, infine, quella migliore.
Anche il termine flessibilità tende a essere utilizzato con una certa frequenza, ma non sempre in maniera corretta. Oltre a legarsi strettamente alla questione degli orari di lavoro che possono variare in maniera anche piuttosto significativa, la flessibilità è anche la soft skill del lavoratore che sa modificare comportamento o modalità di lavoro per affrontare al meglio situazioni in continuo divenire e soggette a profondi cambiamenti. Per la flessibilità, inevitabilmente, diventa necessario anche un certo spirito di adattamento alle varie realtà: il mondo del lavoro, infatti, è anche costellato di sfide e gli ambienti sono sempre più spesso dinamici, richiedendo con grande frequenza l’adozione di strategie nuove e diverse per potersi affermare autorevolmente in contesti anche fortemente concorrenziali e permettere alla propria azienda di fare altrettanto.
Ci sono tanti aspetti della vita lavorativa che possono portare a situazioni di stress emotivo: la pressione di dover fare meglio, gli obiettivi comuni da perseguire, le scadenze da rispettare possono unirsi a preoccupazioni e problemi legati alla vita privata e dar luogo a sensazioni negative non di semplice gestione. Anche per questo motivo, i recruiter e i datori di lavoro tendono ad apprezzare notevolmente i candidati e i lavoratori che riescono ad affrontare al meglio situazioni in potenza molto stressanti senza lasciarsi sopraffare, ma con lucidità e spirito organizzativo. Molte delle competenze trasversali di cui abbiamo parlato, infatti, concorrono a offrire una migliore gestione dello stress e possono avere come risultato benefici pratici sia in ambito lavorativo che nella vita in generale.
Sembra quasi un’ovvietà, ma esistono tratti caratteriali che possono determinare la creazione di ambienti di lavoro più sani. Quando si creano relazioni interpersonali positive grazie a buone capacità di interazione con colleghi e superiori, il clima sul luogo di lavoro tende a migliorare e contribuisce a cementare il gruppo. Saper entrare in empatia con gli altri consente di riconoscere le debolezze e i momenti di difficoltà dei colleghi per poterli aiutare in caso di necessità, di comunicare con loro in maniera costruttiva, di lavorare in maniera più efficiente verso obiettivi comuni. Questo nucleo di abilità interpersonali rappresenta una delle soft skills più importanti secondo i recruiter: anche i leader devono essere in grado, infatti, di dimostrarsi empatici nei confronti delle persone con cui hanno a che fare.
A proposito di leadership, ecco un’altra competenza trasversale tendenzialmente molto apprezzata, ma che non deve assolutamente essere fraintesa. Con questo termine, ormai d’uso comune anche nella nostra lingua, si indica la capacità di poter guidare i colleghi, ovvero di fare da mentore o formatore in determinate situazioni. La persona dotata di leadership sa condividere conoscenze ed esperienze per far crescere il gruppo di lavoro, ma conservando un ruolo autorevole e mai autoritario. Inoltre, la leadership è caratteristica fondamentale per chi ambisce a incarichi dirigenziali o manageriali: significa, in altri termini, saper gestire le persone senza insistere su una vera o presunta condizione di superiorità.
Come abbiamo visto, le competenze trasversali sono fondamentali nel profilo di un candidato o di un lavoratore e possono rappresentare senz’altro un valore aggiunto. Abbiamo menzionato quelle più importanti nel mercato del lavoro attuale, ma ce ne sono molte altre comunque molto importanti: la creatività, per esempio, non è richiesta solo per lavori artistici, mentre l’attenzione ai dettagli è ciò che distingue un lavoratore partecipe e coinvolto nel progetto da chi, invece, ha un approccio più passivo e superficiale. In generale, l’etica lavorativa è un fattore determinante per l’efficienza di qualsiasi realtà ed essa, esattamente come tutte le soft skills, non può essere misurata attraverso parametri oggettivi.
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