ROMA Per l’ex direttore sanitario della Asl di Pavia, che fu arrestato nel luglio del 2010 in una tranche della maxi inchiesta ‘Infinito’ contro la ‘Ndrangheta in Lombardia e poi condannato in via definitiva a 12 anni, è arrivata ora, in relazione ad un altro processo per fatti, sempre di 14 anni fa, di presunta turbativa e corruzione, anche aggravata dall’aver agevolato le cosche, una condanna da parte della Corte dei Conti della Lombardia. Lo riferisce Ansa. Il presunto responsabile, infatti, dovrà risarcire “in solido”, assieme all’ex direttore amministrativo dell’ospedale San Paolo di Milano, 40mila euro di danni “all’immagine” all’Azienda socio sanitaria Santi Paolo e Carlo del capoluogo lombardo, come stabilito dai giudici contabili Tenore-Vinciguerra-Grasso. La vicenda al centro del processo penale riguardava, come si legge, una “gara di appalto inerente ai servizi infermieristici presso la casa di reclusione di Milano Opera indetta dall’azienda ospedaliera San Paolo ed aggiudicata provvisoriamente al Consorzio Fatebenefratelli”. L’ex direttore amministrativo aveva patteggiato 3 anni e 4 mesi, mentre per l’ex direttore sanitario era arrivata una condanna definitiva a 2 anni e 1 mese, con alcune imputazioni prescritte. Oltre a quella definitiva del 2015 a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per la Corte dei Conti lombarda, «non è irrilevante, quantomeno a fini indiziari, che i fatti attribuiti a l’ex direttore amministrativo siano stati considerati in continuazione con altri analoghi», oggetto di una sentenza del 2013 su una «corruzione aggravata in relazione alla gara d’appalto del servizio di manutenzione delle attrezzature elettromedicali dell’azienda ospedaliera San Paolo di Milano», e che «alcuni dei sodali» dell’ex manager sanitario, in particolare «l’ex direttore sanitario, siano ritenuti soggetti vicini alla ‘Ndrangheta».
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