Occhiuto: «La Calabria si deve liberare della sindrome di Calimero»

«Questa iniziativa dimostra che ci sono tanti giovani che hanno già deciso di rimanere in Calabria e qui hanno creato imprese di successo a livello nazionale». Per questo motivo, sottolinea il governatore, «dobbiamo liberarci da luoghi comuni, dalla sindrome di Calimero e dall’idea di non poter sviluppare questa regione», una regione «con tante risorse utili a costruire imprese di successo dalla Calabria a tutto il paese». Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, tra gli ospiti della prima sessione serale della Summer School “Si può già fare”, la tre giorni dedicata all’imprenditoria giovanile calabrese organizzata dall’associazione L’Orodicalabria. Il presidente, che con la Regione ha patrocinato l’evento, ha preso parte al talk aperto al pubblico, a cui hanno partecipato anche il presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena Nicola Maione e quello della fondazione Magna Carta Gaetano Quagliariello e Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria. Ad aprire l’evento il presidente dell’associazione L’Orodicalabria Ernesto Magorno, accompagnato dal direttore scientifico Francesco Verderami e da Vincenzo Cascini, sindaco di Belvedere Marittimo, comune che sta ospitando l’intera kermesse. Presenti anche il questore e il prefetto di Cosenza, rispettivamente Giuseppe Cannizzaro e Rosa Maria Padovano e altri esponenti di spicco delle forze dell’ordine della regione.

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«Tante risorse che altri ci invidiano»

«Una regione stigmatizzata? Forse è stato fatto anche per colpa dei calabresi e soprattutto di chi ha amministrato i calabresi» commenta Occhiuto, che ribadisce: «Molto spesso nei decenni passati è stata descritta una regione di problemi più che di opportunità», mentre il suo obiettivo è quello di descrivere sia a livello nazionale che a livello locale una regione piena di potenzialità: «I problemi ci sono e chi è stato eletto ha il compito di affrontarli, ma deve saper proporre un’idea di sviluppo per la Calabria che passa attraverso il mare, la montagna, la cultura, le università calabresi che sono risorse che molti altri ci invidiano». (LaPresse)

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