SPEZZANO SILA Per ora «è una suggestione». Però non è una chiacchiera da bar, come pure potrebbe accadere in un sonnecchiante tardo pomeriggio presilano da Festa dell’Unità. Sono più o meno le 20 e Sandro Ruotolo è all’aeroporto di Roma che attende di imbarcarsi – ore di ritardo, dicono gli organizzatori, si parla di un incendio –, magari gli saranno fischiate le orecchie mentre nella piazzetta di Spezzano Sila lo aspettano per il dibattito su sanità e autonomia differenziata. Il Sabatum Quartet si produce nel sound check con l’Avanti Popolo. Alla riscossa. Atmosfere da anni Ottanta, tuoni e lampi sulla catena costiera: militanti che scattano foto mentre le bandiere del Pd sventolano.
Ruotolo candidato alla presidenza della Regione Calabria, perché no? «Lo ha fatto De Magistris, non vedo perché non possa farlo lui» sorride Vittorio Pecoraro, segretario provinciale del Pd bruzio che tra una sigaretta e una stretta di mano intesse relazioni con la squadra giovanissima del sindaco dem Salvatore Monaco. La provocazione arriva da una tavolata di quelle vecchia maniera con assi di legno sui cavalletti da cantiere, che fa molto working class, e tovagliato di carta, rigorosamente rossa. Birra e panino come si faceva un tempo. Pecoraro si sbilancia: «Ruotolo conosce benissimo la Calabria. Sarebbe un ottimo presidente, lo puoi scrivere e virgolettare». Detto fatto.
L’articolo potrebbe fermarsi qui perché il titolo c’è – come ha scritto l’altro giorno Simone Canettieri sul Foglio nello scoop dell’estate ’24 sulla separazione Arianna Meloni-Lollobrigida – ma tocca continuare per raccontare la mutazione della Presila da “comunista” a “democratica”.
Il Pd riparte dalla piazza, e ci sono tanti giovani, molte donne: da Crotone è venuta Anna Giulia Caiazza, che nega fratture nel partito, «il vostro articolo sulle spaccature interne lo abbiamo letto tutti assieme, nella stessa stanza» sorride.
Vuoi vedere che Marco Sarracino (si aspetta anche lui), membro della segreteria nazionale del Partito democratico con deleghe a coesione territoriale, sud e aree interne sta all’area giovanile del Pd come Giovanni Donzelli (FdI) sta agli ex giovani post-fascisti che ormai iniziano a fare carriera nel partito a Roma? Detta così può sembrare strana. È un fatto però che i due più grandi partiti dello scenario italiano, in tempi di antipolitica, puntano sui giovani e quindi ecco Francesco Mendicino, giovane militante del partito spezzanese e già attivo nel panorama della politica universitaria, affacciarsi sulla scena accanto ai decani Nicola Adamo, Carlo Guccione ed Enza Bruno Bossio.
Bisogna dire che negli stessi minuti in cui prendeva forma l’ipotesi Ruotolo presidente, una «suggestione» che diventa notizia nel momento in cui viene resa pubblica, Giuseppe Mazzuca non negava l’ipotesi Franz Caruso. Insomma neanche il tempo di rientrare dalle vacanze ed eccoci già – di nuovo – in campagna elettorale. (e.furia@corrierecal.it)
Foto @Imagoeconomica
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