Dopo la vicenda del detenuto Mario Francesco, che avrebbe annunciato uno sciopero della fame per avere cure adeguate, l’Azienda Sanitaria di Catanzaro ritiene di dover fare alcune precisazioni, anche per rendere un quadro completo all’opinione pubblica. La puntualizzazione è affidata alle parole del Responsabile della Sanità penitenziaria Prof. Giulio Di Mizio.
«Il modello organizzativo della Sanità Penitenziaria dell’Asp di Catanzaro opera secondo criteri di appropriatezza clinica, gli unici possibili nell’erogazione di servizi sanitari. Questa impostazione vale per il sig. Mario Francesco così come per tutti gli altri circa 700 ospiti di questo Istituto penale: tempi, modalità e criteri di erogazioni delle terapie rispondono a criteri ben precisi, nel rispetto dei LEA. Non posso, per obbligo istituzionale, entrare nel merito dei singoli punti portati in maniera distorta alla ribalta mediatica, trattandosi di detenuto paziente in carico a questo Sevizio, per il quale sussiste l’obbligo di tutela oltre che della salute, della privacy e del segreto d’ufficio. La Magistratura competente è comunque costantemente informata della vicenda clinica, ben conosciuta da tutti noi ormai da anni. Non sussiste alcun pericolo per la vita e per la salute della persona in argomento. Sorprende come questioni prettamente cliniche possano essere affrontate in maniera impropria su testate giornalistiche, fornendo per l’ennesima volta alla opinione pubblica informazioni fuorvianti e di parte che peraltro – in un momento così complicato della realtà penitenziaria nazionale – mal si coniugano con la obbligatoria responsabilità Istituzionale».
«Questo Servizio di Sanità Penitenziaria – si legge ancora nella nota – ovviamente continuerà a tutelare la salute dei ristretti essendone il vero unico garante istituzionale, nonostante le polemiche mediatiche ed i reiterati tentativi di delegittimare tutte quelle Istituzioni che con abnegazione lavorano quotidianamente nel complesso mondo penitenziario; rispetteremo l’impegno civile, morale e istituzionale di coniugare tutela della salute con la certezza della pena, nel rispetto delle “Linee guida in materia di modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria negli Istituti penitenziari per adulti; implementazione delle reti sanitarie regionali e nazionali” – Conferenza Stato Regioni e Unificata del 2015 e dell’art 11 Ordinamento Penitenziario, e saremo sempre i primi – essendo in posizione di garanzia – a suggerire, d’iniziativa, e senza subìre strumentalizzazioni, tutte le misure adeguate alla tutela della salute della popolazione detenuta». (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x