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Cosenza, il finale di mercato deludente dopo un’estate complicata e “silenziosa”

Buona parte della tifoseria si aspettava di più dal club silano. Ora, anche alla luce del -4 in classifica, per la salvezza servirà l’ennesima impresa

Pubblicato il: 31/08/2024 – 14:44
Cosenza, il finale di mercato deludente dopo un’estate complicata e “silenziosa”

COSENZA «Noi dobbiamo rinforzarla la squadra, abbiamo bisogno chiaramente di un difensore, di un centrocampista e di uno-due attaccanti. Lo sanno tutti che anche numericamente dobbiamo mettere dentro 4-5 giocatori. Arriveranno o non arriveranno non lo so. Per ora lavoriamo con quelli che abbiamo». Parlava così Massimiliano Alvini lo scorso 10 agosto, chiedeva elementi di maggiore esperienza e qualità per la serie B. Era la vigilia della partita di Coppa Italia tra il Torino e il Cosenza. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. La squadra rossoblù, come ha ammesso lo stesso tecnico toscano, è andata oltre le più rosee aspettative conquistando quattro punti in tre giornate di campionato, in cui ha espresso anche un buon calcio e fatto emergere alcune individualità di buon livello (Ciervo e Fumagalli su tutti).
Una vittoria e un pareggio spazzati via in un colpo solo dalla sentenza del Tribunale Federale Nazionale che ha inflitto al club del presidente Eugenio Guarascio quattro punti di penalizzazione. Una mazzata psicologica non indifferente per una squadra stravolta quasi del tutto rispetto alla scorsa stagione e, soprattutto, giovane e in molti reparti inesperta. Quattro punti in meno che per forza di cose lasciavano ipotizzare un intervento massiccio e deciso del ds Gennaro Delvecchio e del dg Giuseppe Ursino sul mercato. Invece, alla fine della sessione estiva conclusasi venerdì a Milano, in riva al Crati sono arrivati soltanto due calciatori, un attaccante e un esterno sinistro, Strizzolo e Ricci. Saltati gli eventuali ingaggi di un difensore centrale di esperienza, di un centrocampista fisico e di un attaccante con caratteristiche più simili a quelle del partente Gennaro Tutino (strada facendo si capirà meglio che tipo di contributo potrà fornire alla causa il giovanissimo Sankoh). Ma comprendere ora quanto questa squadra sarà in grado di lottare fino in fondo per la salvezza, in special modo alla luce delle difficoltà subentrate di recente, appare davvero complicato. L’unica garanzia (almeno per quanto visto in questo primo scorcio di stagione) è certamente Massimiliano Alvini, allenatore di forte temperamento che in poco tempo sembra essere riuscito a fornire un’identità precisa ai suoi ragazzi. Basteranno nel corso della lunga stagione cadetta la sua determinazione e la voglia di riscatto (dopo le esperienze deludenti di Cremona e Spezia) a colmare le mancanze della rosa a sua disposizione? Dalla presentazione di Ursino e Delvecchio dello scorso giugno ad oggi i progetti, e soprattutto le parole, sembrano essere cambiati radicalmente. Dall’entusiasmo e dagli «obiettivi importanti» sbandierati in quei giorni, si è passati in breve tempo alla delusione e a un ridimensiomento evidente delle prospettive future. Il direttore generale Ursino, che con la sua solo presenza avrebbe dovuto risolvere i cronici problemi di comunicazione della società, non è mai intervenuto sulle numerose questioni delicate che hanno depresso l’estate rossoblù: i casi Tutino e Marras, quello di Kevin Marulla poi rientrato, la mancata iscrizione della squadra femminile al campionato di serie C, la rivolta degli steward dello stadio “Marulla” e il deferimento della società a cui è seguita la penalizzazione in classifica. Domani sera il Cosenza affronterà una trasferta sulla carta proibitiva in quel di Palermo. Comunque andrà a finire, sarebbe opportuno che la società, già dalla prossima settimana, aprisse un dialogo sincero e chiaro con il popolo rossoblù che finora, nonostante tutto, non ha mai fatto mancare il suo sostegno ai colori rossoblù. (fra.vel.)

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