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Il ricordo di Antonio e Bartolo Pesce, i due bambini uccisi dalla ‘ndrangheta nella strage di Pizzinni – FOTO

A Jonadi intitolata la villa comunale ai due fratelli uccisi da un ordigno a 10 e 14 anni. Ad oggi la strage del 1982 è ancora impunita

Pubblicato il: 31/08/2024 – 21:27
Il ricordo di Antonio e Bartolo Pesce, i due bambini uccisi dalla ‘ndrangheta nella strage di Pizzinni – FOTO

VIBO VALENTIA Bartolo Pesce, il fratello più grande, aveva 14 anni. Antonio ne aveva solo 10. Stavano giocando per le strade del piccolo paesino di Pizzinni, a pochi chilometri da Vibo Valentia. Poi un improvviso boato e le risate dei due fratellini non si sentono più. Le strade si ricoprono di un doloroso silenzio, squarciato solo dalle urla di dolore di mamma Fortunata. Quella sera del 24 ottobre 1982 Bartolo e Antonio non tornano a casa, non ci torneranno più. In quell’attentato i due bambini perdono la vita, uccisi brutalmente dalla ‘ndrangheta. «Non era indirizzata a loro, ma ad alcuni membri della famiglia Soriano» spiegherà il pentito Andrea Mantella trent’anni dopo, indicando alcuni membri della famiglia Mancuso come responsabili. Ma oggi, a 42 anni di distanza, ancora una verità processuale per la strage di Pizzinni non c’è. Non ci sono colpevoli. Restano solo il ricordo di Bartolo e Antonio, le lacrime di mamma Fortunata e papà Francesco, il coraggio della sorella Immacolata.

La villa comunale intitolata a Bartolo e Antonio

Resta, soprattutto, l’impegno di mantenere viva la memoria di Bartolo e Antonio. Di ricordare che la violenza ‘ndranghetista non si ferma neanche di fronte a donne e bambini. I loro nomi, da oggi, saranno la prima cosa che vedranno i bambini di Jonadi, il paese confinante con Pizzinni, quando entreranno nella villa comunale a loro intitolata. A svelare la targa è proprio la sorella Immacolata. «Ringrazio da parte mia e dei miei genitori il sindaco e tutti voi che siete venuti qui» dice con la voce rotta dall’emozione. Un lungo applauso accompagna l’abbraccio con mamma Fortunata e papà Francesco sotto i nomi di Antonio e Bartolo. «Abbiamo voluto fortemente questa giornata. Oggi abbiamo parlato poco dei lavori che abbiamo fatto in questa villa, ma perché più importante del cemento c’è la comunità. L’aspetto a cui volevamo dare più valore era l’intitolazione ad Antonio e Bartolo». Parla poco anche il sindaco di Jonadi Fabio Signoretta, prima di sfilarsi la fascia e perdersi in un lungo abbraccio con mamma Fortunata. «Ho fatto quello che avremmo voluto fare tutti in quel momento».

Vittime senza giustizia

Un lungo abbraccio con i genitori come per raccogliere un po’ di dolore che portano sulle loro spalle da oltre 40 anni. Ma anche per ereditare la voglia di giustizia per Bartolo e Antonio, il cui omicidio resta ancora impunito: «La verità, ancora oggi, non è arrivata. Noi abbiamo il dovere di ricercarla» aggiunge il primo cittadino. Presenti all’incontro anche il sindaco di Filandari Rita Fuduli, i parroci e le autorità. Presente anche Libera, con il referente regionale Giuseppe Borrello che ha ricordato come «il mito che la ‘ndrangheta che non uccide donne e bambini è una falsità assoluta. Qualcuno potrebbe pensare che Antonio e Bartolo erano al posto sbagliato, ma non è così. Erano vicino la loro casa che giocavano. Al posto sbagliato e al momento sbagliato sono sempre gli ‘ndranghetisti e i mafiosi». (Ma.Ru.)

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