Non fu scelta a caso 10 anni fa l’etichetta del vino Efeso della Cantina Librandi.
Oggi un’immagine parlante che racconta la terra arsa dal sole, disidratata, destrutturata, con una crosta fessurata che disperde acqua e disturba le radici. In questi suoli di natura argilloso-calcarea con sedimenti di arenaria, le uve Mantonico si sono adattate e con una bassa resa per ettaro di 60 quintali pari a 38 ettolitri di vino e si predispongono ad un modesto rendimento il cui interesse però si incrementa piano piano negli anni.
Un Nicodemo Librandi proattivo aveva ben ipotizzato cosa sarebbe stato il cambiamento climatico, attento ed avveduto non aveva sottovalutato i segni di una natura che cambiava sotto i suoi occhi e cogliendone i preoccupanti risvolti ideò quella immagine, un vaticinio che oggi appare di estrema attualità, narrante una terra arida e secca.
È con questo vino che voglio salutare la sua partenza da un anno per un lungo viaggio ma lasciandoci messaggi, segnali e moniti.
Efeso è un bianco complesso, di struttura, da fermentazione e affinamento in barrique Allier, resta sui lieviti circa sei mesi ed altrettanto in bottiglia prima della commercializzazione e con una potenzialità di invecchiamento fino a 8 anni. Incredibile un bianco longevo 8 anni e chi l’avrebbe mai detto in Calabria.
Un bel regalo con un bel vitigno il Mantonico, che dimostra attitudine plastica del suo potenziale enologico ed un nome significativo, Efeso, una delle più importanti e grandi città ioniche, capitale dal 129 a.C. della provincia romana di Asia, entrata nella lista del patrimonio Unesco nel 2015 ed è oggi meta culturale.
È una sintesi questo vino, di una ritrovata varietà antica, il Mantonico (dal greco Mantonicos dal significato divinatorio), di un modello di ricerca, di innovazione, di rottura di schemi e di una proiezione con sguardo lungo narrata da questa etichetta, come il sorso di un calice dal gusto persistente.
Grazie Nicodemo, partito con il tuo Gaglioppo rosato “Terre Lontane”.
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