ROMA Vanno avanti da settimane le interlocuzioni tra Roma e Bruxelles, tra l’UE e il governo Meloni. Sul tavolo, la vicenda balneari. Un braccio di ferro che continua ormai da mesi, al punto di svolta (forse) già dal prossimo Consiglio dei ministri dove potrebbe approdare la riforma delle concessioni del demanio marittimo che verrebbe inserita in un decreto salva-infrazioni.
I lavori sono tuttora in corso. Il governo – secondo le indiscrezioni delle ultime ore – avrebbe prima provato ad ipotizzare mini-proroghe per andare oltre il termine del 31 dicembre 2024 confermato a più riprese dal Consiglio di Stato, dall’Antitrust e dalla Corte di giustizia europea, con requisiti molto stringenti per accedervi e indennizzi per i concessionari uscenti. Altra possibilità è, invece, quella di fissare proroghe sfalsate su base regionale in base alla diversa percentuale di occupazione delle coste, consentendo alle regioni con la quota più alta di spiagge libere di rinviare le gare addirittura al 2029.
La soluzione sarebbe quella di fissare al 30 settembre 2027 la scadenza delle attuali concessioni con l’obbligo per gli enti conce denti di indire le gare entro il 30 giugno 2027. L’altro nodo è quello degli indennizzi che, probabilmente, non saranno a carico né dello Stato né degli enti concedenti ma dei nuovi privati che subentreranno nella gestione degli stabili menti balneari. Quanto alle regole delle nuove gare spetterà ai singoli comuni fissare il numero massimo di lotti aggiudicabili ad un singolo offerente, in maniera da tutelare le picco le imprese rispetto ai grandi investitori. La proposta italiana da inviare a Bruxelles, dopo le ultime rinviate la mittente, dovrà essere quella definitiva, ecco perché è probabile che si dovrà attendere anche qualche giorno. L’intenzione del Governo Meloni è comunque quella di chiudere la partita entro questo mese.
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