Un gruppo di studiosi ha sviluppato un approccio del tutto nuovo, basato sull’intelligenza artificiale, per studiare l’autismo, un nuovo strumento che potrebbe mettere fine alle lunghe attese, mesi o addirittura anni, spesso necessari prima che si riesca ad arrivare a una diagnosi.
Un gruppo di ricercatori multiuniversitario, co-diretto da Gustavo K. Rohde, professore di Ingegneria presso l’Università della Virginia, ha decifrato il codice genetico dell’autismo. Sono stati identificati i marcatori genetici della patologia tramite l’attività biologica nel cervello, con una precisione molto alta, oltre il 90%. Il metodo prevede più fasi e la prima di queste è una mappatura cerebrale effettuata con una risonanza magnetica. In seguito, le immagini vengono elaborate dall’intelligenza artificiale e questa è in grado di rilevare i processi all’interno del cervello, che potrebbero indicare la presenza di autismo.
L’autismo, nella maggior parte dei casi, viene diagnosticato in base a come si comporta il paziente, analizzando le interazioni con gli altri e la proprietà di linguaggio. Ad oggi, un bambino su 77 presenta un disturbo da spettro autistico, tuttavia non è così semplice giungere a una diagnosi corretta. La maggioranza dei bambini che soffrono di autismo, la ricevono non prima dei 5 anni di età, quando appaiono i primi problemi comportamentali.
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