REGGIO CALABRIA E’ la solennità del 2 settembre il momento più importante delle celebrazioni in onore della Madonna della Montagna di Polsi. Questa mattina alle 3 si è svolta la prima Messa, mentre alle 10.30 si è celebrata la Messa solenne presieduta da monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace e Abate di Polsi. Successivamente spazio alla processione per le vie del paese con la benedizione finale al Santuario. Come al solito sono stati centinaia i fedeli accorsi dall’intera ragione e anche da quelle confinanti. Monsignor Oliva nel corso della sua omelia ha ricordato che la festa avviene mentre si prepara l’inizio del Giubileo. «Papa Francesco, ha detto Oliva – ha indetto questo anno Giubilare nel segno della speranza, «ispirandosi alle parole dell’apostolo Paolo: “La speranza non delude”». «La speranza – ha continuato il vescovo – è ciò di cui oggi hanno più bisogno il nostro tempo, le nostre famiglie, le nostre chiese diocesane. Oggi più che mai c’è bisogno di speranza: senza speranza non ci può essere festa. Il popolo di Polsi vive nel segno della speranza». «Solo Dio – ha affermato Oliva – sa quanti in questo luogo hanno incontrato la misericordia di Dio, il perdono e la riconciliazione. Mi chiedo cosa sarebbe stato l’Aspromonte senza la Madonna di Polsi. In questo luogo hanno trovato rifugio monaci ed eremiti, gente in cerca di Dio, profughi di guerra e senza tetto, gente perseguitata. In tanti qui hanno ritrovato la fede dopo un lungo periodo di lontananza da Dio». «La Madonna – ha ricordato ancora il presule – è la donna di speranza che invita alla conversione quanti nel corso della loro vita hanno fatto scelte sbagliate o hanno preferito il malaffare alla vita onesta e laboriosa. Qui a molti ha fatto ritrovare la gioia di vivere la riconciliazione con i fratelli. Questo santuario è stato fonte di speranza per tanti, che hanno scoperto che una vita diversa è possibile, che il male, l’illegalità e il malaffare possono essere sconfitti, che dal tunnel della violenza si può uscire». Una speranza oggi messa «duramente alla prova – ha spiegato Oliva –. È messa duramente alla prova quando l’accesso al santuario è reso difficile, se non impossibile, a causa delle difficoltà del cammino, dei blocchi stradali, della mancanza di servizi di ristoro essenziali. Chi viene in pellegrinaggio a Polsi sa di dirigersi in un luogo di preghiera accogliente, gradevole e riposante. Non pensa di trovarsi in un deserto, dove non è possibile avere neppure una bottiglietta d’acqua, per ristorarsi o un panino assortito per il proprio figlioletto. Senza la tutela dei pellegrini, delle famiglie, dei malati e degli anziani, dei gruppi di pellegrini in cammino, delle carovane, non c’è speranza per questo santuario». Oliva ha chiesto alle istituzioni di supportare i pellegrini che vogliono raggiungere il santuario. «Ogni fedele – ha detto –ha diritto a vivere l’esperienza del pellegrinaggio a Polsi in sicurezza, avendo la possibilità di un ristoro. Come accade per ogni Santuario. Non c’è legge che tenga di fronte ai bisogni primari essenziali. La legge è fatta per l’uomo non l’uomo per la legge. Su questo invito a riflettere seriamente».
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