ROMA La Corte di Cassazione ha confermato il 41bis per Nicolino Sarcone, considerato come figura di spicco all’interno della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro. Inammissibile, dunque, il ricorso presentato dai difensori (Gravagnuolo e Belardi) contro l’ordinanza del Tdl di Roma dello scorso 1 febbraio che, appunto, aveva disposto il carcere duro per il 59enne di Cutro.
Sul suo conto pesano una serie di condanne: 8 anni di reclusione dall’inchiesta “Perseverance” e poi i 10 anni nel processo Edilpiovra e 15 nel maxiprocesso “Aemilia”. Ma la pena più pesante, 30 anni, Nicolino Sarcone l’ha rimediata nel processo per gli omicidi del 1992, commessi in provincia di Reggio Emilia, durante la guerra di mafia che insanguinò Lombardia, Emilia-Romagna e Calabria.
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