GIOIA TAURO Gioia Tauro e le chiavi perdute. Una polemica che nasce intorno a un mazzo di chiavi che dovrebbero aprire le porte di un bene confiscato e che non si trovano più, e lo scontro politico è servito. A innescare il dibattito le parole del sindaco Simona Scarcella che nel corso dell’ultimo Consiglio comunale ha parlato del fatto come di «un dispetto grave alla nuova amministrazione» e ha puntato il dito contro il sindaco uscente Aldo Alessio: «Quando siamo andati a verificare dove fossero le chiavi dei beni confiscati nessuno lo sapeva. Ho le relazioni dei vigili che dicono che ce le aveva il sindaco Alessio, adesso non si trovano, devo andare a fare una denuncia alla polizia», ha detto Scarcella che ha spiegato di voler utilizzare l’immobile per aiutare famiglie bisognose. E ancora, parlando dell’amministrazione uscente: «Gioia Tauro – ha detto Scarcella – finalmente ha un sindaco e se c’è un sindaco va rispettato. Il sindaco che mi ha preceduto qualche giorno prima di andarsene ha firmato le ferie ad alcuni funzionari con decorrenza dal 22 luglio al 6 settembre, quando lui non c’era più, e mi sono trovata gli uffici vuoti».
Accuse ben precise dunque contro l’ex sindaco Aldo Alessio. «Normalmente quando non si trova un mazzo di chiavi si fa cambiare il cilindro», la risposta secca del primo cittadino uscente che ai microfoni del Corriere della Calabria spiega: «Probabilmente si sarà smarrito nelle mani di qualcuno. Normalmente è l’Ufficio tecnico che dispone delle chiavi degli uffici pubblici, non il sindaco». Alessio bolla la polemica come «sterile, inutile e inconsistente» e aggiunge: «Stiamo parlando di un bene in cui ultimamente avevo fatto fare un sopralluogo ai vigili e all’Ufficio tecnico perché avevamo il dubbio che qualcuno potesse frequentarlo di notte. Quindi tra l’altro c’era anche una vigilanza da parte del comune. Si tratta di un singolo edificio, gli altri ce li hanno già in concessione le imprese che stanno facendo lavori». E infine l’ex sindaco ribadisce: «Si sta creando una polemica che non ha nessun senso, polemiche che non servono a nessuno, bisogna solo affrontare il problema e risolverlo: bisogna cambiare il cilindro e si ha l’accesso al bene confiscato».
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