LAMEZIA TERME Gli ultimi impatti del bonus 110 sull’economia dell’edilizia nel dopo-Covid. «Il governo ha fatto di tutto, legittimamente ci mancherebbe, per distruggere questa misura che aveva generato una montagna di crediti: ci sono state quaranta correzioni in corso d’opera, tutte peggiorative, ecco, così facendo hanno ucciso la circolazione del credito»: così Antonio Bonasera, imprenditore calabrese che con la sua impresa lavora anche fuori dai confini regionali, al Corriere della Calabria.
«È sembrato un modo per cancellare una legge, buona o cattiva che sia, fatta da un governo precedente – commenta Bonasera –: ma così facendo a pagare è la gente comune: il provvedimento ha fatto perdere crediti maturati da utenti soprattutto privati, è come se lo Stato si rifiutasse di pagare dei Bot. Il dl 39 ha ucciso tutto – aggiunge Bonasera –, dalla cessione del credito agli sconti in fattura dopo il 29 marzo… E’ stato un modo per vietare la cessione del credito a tantissime famiglie, con effetto retroattivo».
Bonasera, nel corso dell’ultima puntata di PresaDiretta andata in onda domenica, ha raccontato di quando, impegnato in Toscana per alcuni preventivi di lavori da fare nei condomini, si trovò nel mezzo di una vera e propria «corsa alle Cilas» – ovvero le comunicazioni di inizio lavori – nei 15 giorni trascorsi dall’annuncio in conferenza stampa, da parte della premier Meloni, della fine della misura all’entrata in vigore. Quel 25 novembre 2022 è stato ulteriormente prorogato al 31 dicembre e di proroga in proroga il governo è riuscito a mettere una «diga» – come la definisce il ministro Giorgetti nel servizio di PresaDiretta riferendosi alla «valanga» di domande di 110 – solo nel maggio 2024; in realtà la diga che pensava di mettere Giorgetti è stata la causa della valanga, non l’argine.
Su scala nazionale l’importo delle opere è calato, tra marzo e maggio, del 17% sul 2023. Il prelievo sui bonifici è salito di 100 milioni in valore assoluto, riportava il Sole24Ore nell’edizione di domenica: lavori in calo ma corrono le ritenute (in Calabria ultimato l’87%, ovvero 1,921 miliardi su 2,103 di opere ma restano da realizzarne 182 milioni). «Investimenti in pesante calo, di quasi venti punti. E ritenute sui bonifici che continuano ad aumentare, crescendo di oltre 100 milioni in soli tre mesi. Le imprese che lavorano nella filiera delle costruzioni (in un’accezione larga, che comprende ad esempio anche chi vende materiali) si trovano in queste settimane – scrivono Giuseppe Latour e Giovanni Parente sul quotidiano di Confindustria – al centro di un paradosso: il loro giro d’affari si contrae, anche per effetto del blocco dei cantieri del superbonus», ma gli anticipi di imposte prelevati alla fonte e devoluti all’Erario crescono.
Superbonus a fine corsa: impatto da 123 miliardi e opere concluse al 96% (il dato della Calabria è dunque in ritardo di quasi dieci punti percentuali rispetto alla media nazionale). L’opera è stata quasi completata: più precisamente, è al 95,8 per cento. A tanto ammonta il totale degli investimenti per lavori già conclusi nell’ambito del Superbonus 110% secondo le ultime cifre diffuse dall’Enea, aggiornate al 31 luglio di quest’anno.
«Seppure un paio di anni fa sembrasse impensabile, la coda lunga di cantieri che spesso parevano infiniti si è ormai smaltita quasi del tutto – ha scritto ieri Repubblica –. Il Superbonus è stato pensato come strumento per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio italiano, attraverso cappotti termici e nuovi impianti di climatizzazione. Ma dopo l’ondata di truffe, con imprese edili nate dall’oggi al domani e denaro sparito nel nulla, dopo le prime crepe apparse durante il governo Draghi, l’attuale governo di centrodestra l’ha prima trascinata con varie proroghe per poi assestarle il colpo decisivo quando il conto per lo Stato era già esploso. A inizio 2024 la detrazione è passata per tutti al 70%. Il 110% è però rimasto disponibile solo a chi ha effettuato l’asseverazione entro il 31 dicembre 2023».
La “versione Super-ecobonus” (detrazione del 70% nel 2024 e del 65% nel 2025) è riservata a condomini ed edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari. L’ecobonus per singole abitazioni ha validità fino al 31 dicembre 2024.
«Tornando ai dati di Enea, a livello nazionale sono quasi mezzo milione gli edifici efficientati (496mila), per un totale di 117 miliardi di investimenti ammessi a detrazione. Una cifra lontana anni luce rispetto alla previsione di spesa iniziale, che era di appena 36 miliardi. (…) Le villette sono però le più numerose e costituiscono la metà del patrimonio immobiliare che ha goduto del Superbonus: 245mila unità, il 49,4% del totale, seguite dai condomini, 133mila, pari al 27%».
Il quotidiano romano scrive che «i condomini sono gli edifici che hanno comportato i maggiori esborsi per completare i lavori (e, come si è dimostrato, anche tempi e difficoltà maggiori per concluderli) con un investimento medio di oltre 592mila euro, seguiti dai castelli con 240mila, le villette con 117mila e le unità indipendenti con 98mila e poco più di un milione per i castelli. Già, nel mezzo milione di edifici ristrutturati grazie al bonus 110 ci sono anche otto castelli aperti al pubblico: uno in Basilicata, due a testa per Lazio e Lombardia e tre in Piemonte, che come regione- simbolo dei Savoia non sorprende vedere al primo posto e che raccoglie oltre la metà degli investimenti ammessi per tutti gli otto castelli in giro l’Italia: 600mila euro. (…) il Nord è l’area che ha maggiormente usufruito del Superbonus, con la Lombardia in testa agli investimenti ammessi a detrazione con 21,8 miliardi, seguita da Emilia Romagna con 11,2 e Veneto con 10,9. Appena fuori dal podio il Lazio con 9,9 miliardi, seguito dalla Campania con 8,7, “appena” centomila euro in più rispetto al Piemonte. Ultime Regioni il Molise (754 milioni) e la Valle d’Aosta (531 milioni)». (euf)
x
x