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Chiusura Guardie mediche, sindaci del Catanzarese pronti alla «lotta ad oltranza»

Comunicato unitario firmato dai primi cittadini. «Un’azione che avrebbe conseguenze devastanti per le comunità locali»

Pubblicato il: 04/09/2024 – 19:52
Chiusura Guardie mediche, sindaci del Catanzarese pronti alla «lotta ad oltranza»

I Sindaci della Provincia di Catanzaro esprimono la loro ferma e totale contrarietà a qualsiasi proposta di ridimensionamento della rete di continuità assistenziale, un’azione che avrebbe conseguenze devastanti per le comunità locali, già gravemente penalizzate dall’attuale sistema sanitario. «La rete di continuità assistenziale rappresenta, per molti cittadini, l’unica forma di accesso alle cure mediche, in particolar modo nelle zone più periferiche e difficili da raggiungere. Ridimensionare tale rete significherebbe, di fatto, privare interi territori di un servizio essenziale, lasciando i cittadini senza assistenza in orari critici. I Sindaci sottolineano come, già allo stato attuale, il sistema sanitario non riesca a garantire una risposta tempestiva alle emergenze sanitarie».
Un altro punto critico che i Sindaci sollevano riguarda l’inadeguatezza dei mezzi di soccorso, con ambulanze spesso prive di medici a bordo, rendendo di fatto inutile l’intervento in situazioni di emergenza sanitaria. In una provincia come quella di Catanzaro, caratterizzata da una rete stradale compromessa e in molti tratti impraticabile, soprattutto durante i mesi invernali, il problema delle distanze diventa insormontabile. Le comunità montane e quelle più isolate si trovano già ora a dover affrontare tempi di percorrenza eccessivi per raggiungere i pochi ospedali rimasti, spesso resi irraggiungibili dalle condizioni meteorologiche e dall’abbandono infrastrutturale.
I Sindaci ribadiscono come la riforma della rete di continuità assistenziale, in queste condizioni, «metterebbe ulteriormente a rischio la salute e la vita delle persone, in un contesto dove le difficoltà di accesso alle cure non possono essere sottovalutate. Le strade che collegano i piccoli centri agli ospedali di riferimento sono in pessimo stato, e molti comuni montani rischierebbero di essere completamente isolati in caso di ridimensionamento». Inoltre, i Sindaci pongono l’accento «sull’importanza del rispetto delle normative vigenti. Ogni eventuale modifica alla rete di continuità assistenziale deve essere discussa e approvata all’interno dell’Assemblea prevista dalla legge. È fondamentale che il processo di revisione coinvolga tutti gli attori istituzionali e locali, al fine di garantire che ogni cambiamento tenga conto delle peculiarità territoriali e delle esigenze specifiche delle diverse comunità».
«Non è accettabile che decisioni così rilevanti per il benessere dei cittadini siano prese senza il necessario confronto democratico e senza una valutazione approfondita dell’impatto che queste avrebbero sulle fasce di popolazione più fragili. I Sindaci, dunque, chiedono con forza che venga garantito un percorso di partecipazione e trasparenza, in cui vengano ascoltate le voci di chi quotidianamente vive le difficoltà legate all’accesso alle cure e non con un accordo che sicuramente non tutela i cittadini ma altri e variegati interessi che nulla hanno a che vedere con la salute dei cittadini.
«Le nostre comunità non possono essere abbandonate – affermano i primi cittadini – il diritto alla salute è costituzionalmente garantito e deve essere tutelato con ogni mezzo possibile. Il ridimensionamento della rete di continuità assistenziale, aggiungono, andrebbe a colpire in modo sproporzionato proprio quei territori che più di altri necessitano di un sostegno continuo e capillare, aggravando disuguaglianze già profonde e rendendo ancora più difficile l’accesso a servizi essenziali».
Non è la prima volta che i Sindaci della Provincia di Catanzaro si trovano a dover difendere il proprio territorio da tagli ingiustificati. In passato, infatti, sono già riusciti a trionfare dinanzi al TAR, che ha dato loro ragione contro le proposte di riduzione dei servizi sanitari locali. Oggi, forti di quel precedente successo, i Sindaci si dichiarano pronti a ogni forma di lotta, anche le più estreme, per tutelare il diritto alla salute delle loro comunità. «Se necessario, ci opporremo con ogni mezzo», avvertono, «perché non possiamo permettere che il nostro territorio venga ulteriormente penalizzato. I cittadini hanno già sofferto abbastanza per l’isolamento e l’insufficienza dei servizi, e non siamo disposti a cedere. Siamo pronti a intraprendere battaglie legali, manifestazioni e azioni di protesta, fino a quando non sarà garantita una rete di continuità assistenziale adeguata ai bisogni delle persone».
L’appello è quindi rivolto a tutte le autorità competenti, affinché venga rivalutata la proposta di ridimensionamento e si avvii un tavolo di confronto aperto e costruttivo, che tenga in considerazione le specificità della Provincia di Catanzaro e l’urgenza di garantire una rete di assistenza che sia davvero vicina ai bisogni dei cittadini. I Sindaci concludono il comunicato ribadendo che «qualsiasi intervento che vada a toccare la rete di continuità assistenziale senza un adeguato confronto e senza soluzioni alternative efficaci già attive rischia di generare conseguenze gravissime per la popolazione, soprattutto nelle aree più periferiche e isolate».
Non ci si nasconda dietro la carenza dei medici, basta tagli ai deboli per ingrassare chi già è abbastanza obeso.

I sindaci che al momento hanno sottoscritto il comunicato stampa:

Borgia, Zagarise, Chiaravalle, Palermiti, Cardinale, Jacurso, Marcellinara, San Pietro a Maida, Pentone, Fossato Serralta, Cicala, San Floro, Cropani, Centrache, Sant’Andrea Apostolo, Olivadi, Argusto, Taverna, Marcedusa, Serrastretta, Isca sullo Ionio, Montepaone, Pianopoli, Miglierina, Amato, Feroleto, Gizzeria, Gimigliano, Martirano, Gasperina, Satriano, San Mango d’Aquino, Simeri Crichi, Amaroni, Montauro, Stalettì, Guardavalle, Soveria Mannelli.

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