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Il centro antiviolenza Roberta Lanzino: «Chiediamo verità sulla morte di Ilaria Mirabelli»

La presa di posizione dopo il tragico evento dello scorso 25 agosto. «Il tempo dell’attesa si è dilatato in maniera eccessiva»

Pubblicato il: 04/09/2024 – 10:41
Il centro antiviolenza Roberta Lanzino: «Chiediamo verità sulla morte di Ilaria Mirabelli»

COSENZA  «Chiediamo verità per Ilaria Mirabelli e rispetto per la sua famiglia». Dopo il comitato “Fem.In Cosentine in lotta” anche le donne del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” chiedono che si faccia chiarezza sulla misteriosa morte di Ilaria Mirabelli avvenuta lo scorso 25 agosto nei pressi di Lorica.  La 38enne stava rientrando a Cosenza a bordo di una Volkswagen, insieme al suo compagno Mario Molinari di 44 anni. Il mezzo ha percorso diversi metri prima di concludere la sua corsa in quel sentiero, senza sbattere contro alcun muro. Il corpo senza vita di Ilaria Mirabelli è stato ritrovato a una cinquantina di metri dall’automobile (il cui parabrezza è stato rinvenuto semidistrutto) mentre Molinari ha riportato solo lievi ferite. Quest’ultimo ai carabinieri di San Giovanni in Fiore giunti sul posto per effettuare i primi rilievi, avrebbe dichiarato che alla guida era la ragazza e non lui, ma questa versione, insieme ad altre informazioni raccolte, presenterebbe delle anomalie. Ma sono numerosi i dubbi emersi sulla dinamica dell’incidente (definito “autonomo” dall’Anas tramite una nota), la versione su come sono andanti i fatti non convincono sin dal primo momento la famiglia di Ilaria Mirabelli. La procura di Cosenza, con il pm Donatella Donato, ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. A tutto ciò va aggiunto che, ad oggi, l’area dell’incidente, non è stata posta sotto sequestro.

«Il tempo dell’attesa si è dilatato in maniera eccessiva»

«Il tempo dell’attesa – sottolinea il centro antiviolenza “Lanzino” si è dilatato in maniera eccessiva: sono più di dieci giorni che aspettiamo di sapere le cause della morte di una giovane donna che, ad oggi, sono avvolte nel più assoluto silenzio. Non abbiamo segnali di verità, tanti i punti oscuri che emergono dai media, inquietante la narrazione sessista e stereotipata di certa parte che emerge sui social e che ostacola -e spesso preclude- la reale conoscenza dei fatti. Un vociare che di certo non fa bene al raggiungimento della verità su e per Ilaria». «Auspichiamo che la giustizia faccia luce sui tanti punti oscuri di una vicenda sulla quale vigileremo attente e forti della nostra esperienza. Una esperienza che mettiamo e metteremo come sempre al servizio della comunità», conclude il Centro antiviolenza.

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