CATANZARO Dovranno comparire davanti ai giudici della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro, il prossimo 12 novembre 2024, i sei imputati, già condannati in primo grado, coinvolti nel troncone di “Rinascita Scott” incentrato su cinque omicidi e su un sequestro di persona, avvenuti nel Vibonese.
Si tratta di Giuseppe Antonio Accorinti, Saverio Razionale e Domenico Bonavota, considerati rispettivamente i boss degli omonimi locali di ‘ndrangheta di Zungri, San Gregorio d’Ippona e Sant’Onofrio, i primi due per le “lupare bianche” di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice, scomparsi nell’agosto 1996 e i cui cadaveri non sono mai stati ritrovati mentre Bonavota è stato condannato per il duplice omicidio di Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano del 2002. Tutti e tre condannati all’ergastolo.
Dovranno fare altrettanto Antonio Ierullo, 53 anni, di Vallelonga e ad Antonio Vacatello, 58 anni, di Vibo Marina, condannati entrambi a trent’anni. E poi Maurizio Pantaleo Garisto e Valerio Navarra di Rombiolo, condannati a vent’anni, e il collaboratore di giustizia Andrea Mantella.
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Esclusi, dunque, Vincenzo Barba, 71 anni (per il quale la Dda aveva chiesto l’ergastolo in primo grado), Paolino Lo Bianco, 60 anni, di Vibo e Filippo Catania, 72 anni, tutti di Vibo Valentia. I tre erano coinvolti, invece, nel caso di “lupara bianca” che riguarda Filippo Gangitano, scomparso da Vibo Valentia il 27 gennaio 2002. Un fatto che, al momento, resta senza colpevoli. (Gi.Cu.)
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