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Le ultime ore dell’erede del clan Bellocco: la partitella, il compleanno e la lite fatale in auto

Beretta racconta di essersi difeso, gli inquirenti ricostruiscono due possibili scenari. La paura per possibili ritorsioni

Pubblicato il: 05/09/2024 – 10:35
di Giorgio Curcio
Le ultime ore dell’erede del clan Bellocco: la partitella, il compleanno e la lite fatale in auto

Il calcio come passione, ragione di vita. Quella segnata da una cognome pesantissimo e un destino già scritto, impossibile da sovvertire. Perché nonostante i tentativi di “allontanare” dubbi e sospetti, il legame con la famiglia e la cosca di ‘Ndrangheta dei Bellocco era, in realtà, indissolubile.
L’omicidio di Antonio Bellocco (cl. ’88) a Cernusco sul Naviglio, però, è destinato a scompaginare tutto e cambiare profondamente gli equilibri. Tanto nell’ambiente criminale di Milano e del suo hinterland quanto nella Curva nord dell’Inter, dove le gerarchia a capo degli ultrà è un dogma da rispettare a prescindere. A rischio, dunque, quella “pax” mafiosa costruita negli anni per mantenere gli equilibri tra le varie cosche presenti sul territorio, fondamentale per spartirsi gli “utili” del territorio, cercando di restare nell’ombra.

La ricostruzione di Beretta

Dai 7 ai 10 fendenti inferti per difendersi dai colpi di pistola. Sono gli attimi, convulsi, che hanno portato alla morte di Antonio “Totò” Bellocco, il classe ’88 rampollo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta di Rosarno. Lo ha raccontato il responsabile del suo omicidio, il 49enne Andrea Beretta che, nell’interrogatorio di garanzia, ha offerto la sua versione dei fatti senza tuttavia rispondere al pm. Il classe ’75 ha così spiegato di aver litigato con Bellocco mentre erano in auto, subendo minacce di morte rivolte a lui e alla sua famiglia. A quel punto, Beretta avrebbe mostrato la pistola a Totò Bellocco per cercare di intimidirlo. Quest’ultimo però lo avrebbe disarmato e avrebbe sparato alcuni colpi contro di lui che, a quel punto, avrebbe tirato fuori il coltello e colpito Bellocco a morte «almeno 7 o 10 volte». Questa la versione dei fatti di Beretta.

Il luogo del delitto

Gli scenari degli inquirenti

Gli inquirenti, come si legge nel fermo disposto nei suoi confronti, ricostruiscono due possibili scenari, tuttora in fase di accertamento. Secondo una prima ipotesi, una volta salito in auto Beretta potrebbe aver tentato immediatamente di colpire con l’arma da fuoco Totò Bellocco, alla guida della Smart, non riuscendoci. Secondo gli inquirenti, in ipotesi, lo stesso Beretta potrebbe essersi ferito con l’arma e poi potrebbe aver colpito Bellocco con il coltello, sebbene sia considerata «poco compatibile con la mancata presenza del colpo in canna». Oppure, altro scenario possibile, Beretta, appena salito sull’auto, potrebbe aver colpito a morte Bellocco con il coltello e poi aver compiuto un gesto autolesivo per giustificare una «legittima difesa, sparandosi un colpo di striscio sull’anca» e poi potrebbe aver scaricato l’arma «così da renderla priva del colpo in canna».  In entrambi i casi, sottolineano gli inquirenti, le interferenze di terzi soggetti non si possono escludere. Dalle immagini della sorveglianza, infatti, si notano alcune persone che si avvicinano alla Smart e potrebbero aver alterato o modificato la scena del delitto.


LEGGI ANCHE: L’eredità dei Bellocco e la curva dell’Inter: l’ascesa e l’omicidio di Totò, rampollo del clan di Rosarno


I capi della Nord

Entrambi erano legati dalla passione per l’Inter e la Curva Nord di San Siro, ma nelle dinamiche il capo storico, è considerato proprio Andrea Beretta, già braccio destro di Boiocchi, ucciso il 29 ottobre 2022 davanti a casa sua. È stato proprio Beretta a sferrare i fendenti che hanno stroncato la vita del rampollo legato alla ‘ndrangheta calabrese. Un omicidio destinato ad avere strascichi imprevedibili e – forse – inevitabili non solo dal punto di vista giudiziario. Gli equilibri nel capoluogo lombardo e tra i seggiolini dell’anello verde di San Siro sono sempre molto precari e un fatto di sangue di questa portata potrebbe avere ripercussioni fatali.  

La partitella e il compleanno

Le indagini, intanto, proseguono. Pare esclusa la pista che porta a problemi di curva e di tifo, mentre quella economica è più credibile. Resta però un fatto: Bellocco e Beretta, la sera prima, erano insieme a festeggiare il compleanno del portavoce del tifo nerazzurro, Marco Ferdico, e altri soggetti a Carugate. È qui che gli ultrà dell’Inter si sono ritrovato in occasione della festa, inclusa una immancabile partitella tra tifosi milanisti e interisti. Sui social, e in particolare sul profilo Instagram, campeggiano post e stories relative proprio alla festa di Ferdico alla quale hanno preso parte sia Totò Bellocco che Andrea Beretta. Insomma, una serata di gioia e passata in armonia. Nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto qualche ora dopo.  (g.curcio@corrierecal.it)


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