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Tumori, in Calabria poche donne si sottopongono allo screening per mammella e cervice

Italia divisa in due, la nostra regione tra le coperture più basse del Paese

Pubblicato il: 05/09/2024 – 18:59
Tumori, in Calabria poche donne si sottopongono allo screening per mammella e cervice

ROMA La quota di donne che aderisce allo screening cervicale è maggiore fra le più istruite o con maggiori risorse economiche, fra le cittadine italiane rispetto alle straniere e fra le coniugate o conviventi. La copertura disegna un netto gradiente geografico Nord-Sud che divide l’Italia in due, con coperture mediamente pari all’83% al Nord e Centro Italia (89% nella P.A. di Bolzano) e 69% nelle Regioni del Sud (con coperture minime per la Calabria, 58%). Anche la quota di donne che si sottopone allo screening mammografico è maggiore fra quelle più istruite o con maggiori risorse economiche, fra le donne di cittadinanza italiana rispetto alle straniere e fra le donne coniugate o conviventi. La copertura dello screening mammografico disegna un chiaro gradiente Nord-Sud con una copertura totale dell’83% al Nord, 78% al Centro e solo del 61% nelle Regioni meridionali. Il Friuli Venezia Giulia (89%) è la Regione con la copertura maggiore, la Calabria (45%) quella con le coperture totali più basse. Negli anni il gap geografico si è ridotto e la quota di donne che si sottopone a mammografia a scopo preventivo è aumentata, grazie soprattutto all’aumento dell’offerta/adesione ai programmi organizzati avvenuta ovunque nel Paese. Per quanto riguarda lo screening colorettale vi è una forte variabilità da Nord a Sud a sfavore delle Regioni meridionali dove la quota di persone che si sottopone allo screening non raggiunge il 28%, nel biennio 2022-2023, valore che quasi raddoppia nelle Regioni centrali fino a raggiungere il 67% fra i residenti nel Nord Italia. La gran parte delle persone che ha effettuato lo screening colorettale lo ha fatto nell’ambito di programmi organizzati dalle Asl (38%), mentre quello eseguito su base spontanea (ossia al di fuori dell’offerta delle Asl) è poco frequente (quasi 8%).

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