CATANZARO La città dell’impossibile che diventa possibile, politicamente parlando. L’anomalia Catanzaro – dopo l’esperienza, ormai tramontata, dell’alleanza al Comune tra il centrosinistra e una parte di centrodestra a sostegno del sindaco Nicola Fiorita – potrebbe avere un’appendice nell’esito della crisi aperta in questi giorni a Palazzo De Nobili, con il ritorno a un quadro politico un po’ più coerente. Le avvisaglie si sono materializzate nel pomeriggio di venerdì, con una serie di eventi e di dichiarazioni che lasciano presagire non solo una possibile exit strategy per Fiorita ma anche uno scenario futuro più o meno immediato. Il primo evento è stato il Consiglio comunale convocato in tempi non sospetti nelle scorse settimane e portato a termine nonostante in tanti erano pronti a scommettere sul contrario, vista l’implosione della maggioranza “posticcia-pasticcia” di Fiorita, il secondo è la stizzita reazione di Antonello Talerico, il consigliere regionale di Forza Italia che è stato l’azionista di maggioranza della maggioranza di Fiorita e che però ha accelerato la crisi ritirando il sostegno al sindaco. Il punto.
Il Consiglio comunale di venerdì ha registrato l’apertura al sindaco da parte di Valerio Donato, competitor di Fiorita al ballottaggio del giugno 2022, arrivato al fondo una campagna elettorale velenosissima e senza esclusione di colpi reciproci (sconfinati anche nel personale…): Donato, all’epoca sostenuto dal centrodestra ma senza simboli di partito, resta un esponente politico di centrosinistra e oggi è in Azione, a Catanzaro posizionata nel centrosinistra pur essendo opposizione e pur essendo i calendiani a livello regionale alleati con il centrodestra. Donato ha teso la mano a Fiorita, con una disponibilità che sembra andare nella direzione delineata dal Pd, il vero protagonista di questa crisi, che a Fiorita aveva chiesto e continua a chiedere un riequilibrio della sua amministrazione in un senso più progressista e meno gattopardesco di quanto finora si è verificato. In sintesi, l’apertura di Azione, o quantomeno di Donato – perché Azione a Catanzaro non è propriamente unita – sembra prefigurare la possibilità di una ricomposizione del campo del centrosinistra, mortificato finora dall’alleanza comunale con un pezzo di Forza Italia (che tra l’altro aveva il potere di veto, cioè il vero potere). Certo, è un centrosinistra che rischia di restare fragile, perché comunque i numeri a Palazzo a Fiorita mancherebbero sempre o comunque sarebbero sempre insufficienti a garantire una sicura tenuta assembleare, e infatti sono diversi gli analisti politici che sostengono che alla fine, pur togliendosi dal groppone Talerico con la sua area, Fiorita potrebbe comunque essere costretto a ricorrere proprio ai delusi dell’area Talerico – e ce ne sono, si dice – per scavallare la crisi. A Catanzaro già si fa la conta di chi potrebbe restare dov’è stato finora, nomi come quelli di Raffaele Serò ex fedelissimo di Talerico e di Giulia Procopi, molto vicina all’eterno Mimmo Tallini, il cui nome continua ad agitarsi dietro le quinte delle cose politiche catanzarese. Entro 10 giorni il sindaco Fiorita dirà come uscirà dall’impasse. In ogni caso, una maggioranza di centrosinistra tout court al Comune di Catanzaro non ci potrà essere ma almeno un baricentro progressista potrebbe essere più marcato stavolta. Sempre che ovviamente Azione mantenga la disponibilità a ragionare con Fiorita, e viceversa, ovviamente.
Di converso, la crisi sembra delineare ora un deciso e prepotente ritorno sulla scena del centrodestra classicamente inteso a Catanzaro, piazza che il centrodestra, peraltro ha governato per più di 20 anni, a parte qualche parentesi di centrosinistra, salvo disunirsi nell’ultima tornata elettorale comunale, arrivando a sostenere Donato, dopo la fine dell’asse Sergio Abramo-Tallini. Nella sua dichiarazione di “guerra” a Fiorita Talerico ha lanciato un messaggio preciso, parlando della necessità di “liberare Catanzaro”, cosa che potrà avvenire con «il centrodestra finalmente compatto». Fioccano retroscena re ricostruzioni su questo repentino cambio di rotta di Talerico, in tanti analisti si spingono nel sostenere che dietro ci sia il pressing dei vertici regionali di Forza Italia, che non avrebbero più gradito il sostegno a un sindaco di centrosinistra (tra l’altro non condiviso dal gruppo “ufficiale” di Forza Italia al Comune) anche alla luce di alcune recenti dichiarazioni del leader Antonio Tajani, abile nel mantenere le distanze dal Pd anche sullo ius scholae. Magari è fantapolitica, ma intanto la crisi al Comune di Catanzaro registra il rientro di Talerico nell’alveo dell’opposizione e del centrodestra, e con toni belligeranti. Le prossime settimane diranno se e quando il centrodestra intenderà scaricare su Fiorita e sul centrosinistra la notevole potenza di fuoco di cui dispone, con big in posti chiave a livello nazionale – a esempio, Wanda Ferro, leader di FdI, sottosegretario all’Interno – e regionale –Filippo Mancuso, presidente a Palazzo Campanella e fortemente indiziato di essere il futuro candidato sindaco (secondo gli osservatori già il futuro sindaco) del centrodestra, non necessariamente in quota Lega… Insomma, è questo lo scacchiere, finalmente un po’ più ordinato, che la crisi al Comune di Catanzaro sta delineando. Poi magari tra 10 giorni arriverà ancora un’altra Giunta “Frankenstein” (copyright Lega). Ma tant’è. Catanzaro è normale anche quando non è normale… (a. cant.)
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